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15 giorni dopo

  • giuseppeaurea
  • 3 ott 2014
  • Tempo di lettura: 3 min

Ieri l’altro, mercoledì, gli elicotteri Onu (monusco) si son posati a Bunyatenge. Hanno sceso 1 colonnello, 2 maggiori, polizia, diritti dell’uomo, affari civili, DDRRR…: tutti dell’Onu. Quel po’ di gente che s’è trovata lì voleva parlare di più, ma loro guardavano l’orologio, perché avevano solo un’ora di tempo.

Eppure in questi 15 giorni due o tre elicotteri han sorvolato sulle nostre teste almeno 7 volte ; facendo un calcolo sommario, una ventina di viaggi d’elicotteri ONU. Sorvolavano, ierl’altro finalmente si son fermati.


adele

Forse oggi stan facendo il punto sulla situazione. Lo facciamo anche noi, per voi che siete interessati e preoccupati.

Son passati 15 giorni, ma a noi sembra che quel fattaccio sia accaduto un anno fa; e reazioni efficienti non se ne vedono ancora, e la paura fa fatica a diminuire.


ospiti

Voi avete telefonato e scritto su internet, il giorno stesso.   Loro, i nazionali e gli internazionali, nulla e nessuno ! Siamo noi che abbiam telefonato ovunque e siamo andati a Lubero.

A Kimbulu gli ospiti che eran arrivati proprio quel giorno, tutt’altro che impauriti, volevano raggiungerci subito. Ci è sembrato saggio scaglionarli: sabato, Oliviero ed Otello, con Concetta rientrata dall’Italia ; e lunedì Tonino, Antonella e Paolo. Mentre nessuno osava neppure fare un metro oltre Bingi.

Venerdi, 10 giorni dopo, è arrivata una prima macchina, la Crocerossa Internazionale e poi un’altra di Merlin-Children save. Venuti a fare un sopraluogo. Di ONG ed organismi umanitari, ce ne son decine stazionati nel Nord Kivu, decine e decine di macchine che scorazzano sulla strada principale.


capo

E’ un’accusa ? mi dispiace, ma non son capace di fare solo una cronaca, fredda ; non possiamo far finta di niente, o sorvolare, e neppure… pensare ad altro. Non possiamo permettercelo. A volte passa anche la voglia di raccontare.

Perchè qua c’è Clementina, Katembo, Marcelina, Maserò, un cortile pieno di bambini… che in questo momento non san che fare, non sanno se restare o andarsene.

A noi sembra che la tranquillità sia tornata, ma la paura resta moltissima; e mentre alcuni sono rientrati dopo il fuggi-fuggi, altri continuano a scappare: basta che un rametto d’albero si spezzi e subito si pensa al colpo di fucile; non chieteci il perché…


nutella

…quel forestiero che si trovava lì di passaggio spalmò un po’ d’olio per lenire le ferite del malcapitato. E noi ? 4 giorni dopo, abbiam spalmato un po’ di nutella che Renzo mi ha fatto pervenire dalla Ferrero in tre grossi barattoloni ; circa 400 pagnottine infornate dalle nostre brave mamme Fidelina, Oliva, Marcelina, Jennette.

E poi un vero pranzo; ma i bimbi eran solo poco più che metà.

Infine, la domenica, abbiam portato a Bunyatenge 100 vikwembe, stoffe per donne, da dividere a metà, comprate coi vostri aiuti: un piccolo gesto di consolazione al villaggio completamente svuotato.

Senza supervisioni, senza chiedervi l’autorizzazione, senza scriverci sopra i vostri nomi.


jeanpierre

I nostri ospiti son arrivati con coraggio e son ripartiti con tristezza.

Perchè han provato quanto sia bello, e molto importante, non mollare la mano che loro ti tengono stretta stretta.

E così, chi ce la fa torna ai campi, al mattino va a riprendersi l’acqua alla sorgente, raccoglie la legna per la sera, prepara un po’ di cibo mentre i bimbi giocano sulla strada o in cortile. Anche le scuole han ripreso dopo due settimane, ma con metà allievi.

Addirittura JeanPierre ch’è tornato dai genitorinproprio in questa occasione, sta trasmettendo quel che ha imparato : sta iniziando gli amici a ribobinare i motori.

Come quel fiore che spunta ai margini della strada infangata e calpestata.


luisa

L’officina meccanica, la falegnameria, il magazzino, il mulino e un po’ tutte le sale non sono ancora sgombre: fagotti dappertutto, con pentole, coperte, materassi…, sul tornio, sotto il tavolo, sui travi… Molti non si sentono ancor sicuri da riportaseli nella capanna. Il che dice molto.

Luisa continua i suoi murales. Le ho chiesto di disegnare un fucile spezzato, abbandonato vicino alla palma che si lancia verso l’alto.

Ditelo voi a chi non sa.

         Padiri G.


fiore
 
 
 

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