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un ramoscello che secca, annuncia vita

Come avveniva normalmente alcuni anni fa, anche oggi, sento e seguo la cronaca di Kimbulu e Muhanga, con la differenza che non vivendo più là, tutti ci siamo raffreddati. Resta sempre un buon motivo per informarvi e scambiare due pensieri, usando questo strumento ch’é il blog: un lumicino che mi dispiace lasciar spegnere.

Un modo semplice ma molto valido per allargare i nostri orizzonti, e non chiuderci nel nostro piccolo cortile.

Tenerci legati alla “vita” in grande; e non diventare parte della massa, disattenta.

Anche su questo non mi rassegno.


Parto con una premessa, un primo pensiero che potrebbe apparire un po’ sul negativo.

Anche il nostro modo di celebrare la Pasqua è così: annunciamo la risurrezione, la vita; ma partiamo dal racconto della passione e morte, lungo e penoso.

In quegli anni ero fisicamente là, ora sono qua a Pinerolo, in una bella stanzetta,.

Là, bastava aprire la porta o la finestra, e tutto si presentava come un richiamo, un messaggio, un invito ad entrare nel quadro, vivo: un cortile fatto di terra e vento, ragazzini che giocano, alcuni amici presenti sempre, mamme che vanno o tornano dai campi. Sole ed acquazzoni tropicali in una convivenza, che era semplicemente la vita.

Alberi ed erbe ovunque: rami, fiori, che stanno seccando, morendo…, ed altri che stanno nascendo; qualche porta e finestra che si sta sbrindellando e che ripareremo: un tutto che testimonia e segnala la vita che scorre.

Oggi invece ho questa mia cameretta: pulita, perfetta! Se penso a quanti vivono e dormono sotto i ponti, o sotto il colonnato a Roma, o in locali diroccati di via Moirano, alloggi in disuso, dovrei solo tacere.

E invece, no!



Questi mobili lucidi e senza polvere, tende pulite e stirate, la finestra aperta sull’enorme cortile del seminario vuoto, non mi piacciono molto: domani saranno ancora qui, tali e quali !! Non parlano di vita.

In ordine perfetto. Non gridano, e neppure disturbano.

Nulla che si deteriora, nulla che secca, nulla che invecchia, nulla che muore,…: nulla che vive!

Nessuna passione e morte, nessuna risurrezione e…vita.

Mobili immobili.

Non angosciamoci troppo, né io né voi. Però, mi fa pensare.



A Muhanga e Kimbulu piove moltissimo.

Eh sì, il mondo non è solamente la pianura padana o qualche nuvoletta sulla Toscana, e poi il diluvio sulle Marche.

A Kimbulu, è arrivata una bella batosta ! il canale s’è rotto e la turbina è KO.

Con qualche foto mi hanno fatto vedere che un pezzo di sponda del canale è crollato.

Un bel gruppo di volontari ha lasciato i campi ed in due giorni han riparato, con pietre e sudore. La gioia di quei giovanotti e delle mamme non c’è bisogno di descriverla, la vedete.



Un giorno e mezzo, ancora di piogge, ed il terreno che sta al di sopra è scivolato dentro il canale.

Una seconda grande frana con fango scivola e travolge tutto, la cabina della centrale, fino al tetto.

Buio totale a Kimbulu! voi che conoscete un po’ provate ad immaginare: buio tropicale ovunque, nelle capanne, cucine, buio per le strade, buio sulle colline, dalle 6 alle 6; eppure nessuna disperazione, nessuna apocalisse.

No! ce ne vuole per far disperare gli africani; però ….





L’euforia della prima riparazione, ridiventa sconcerto, tristezza: corri di qua, corri di là per trovare un bandolo nella matassa.

Cerco di immaginare, non è difficile; so qual’è il primo stordimento: ti senti tremendamente piccolo e …solo!

Quanto ti senti solo! perché lo sei.

Una quotidianità già tanto precaria, che devi ricostruirti a partire dalle radici.

Ieri hanno tolto il fango, lavato tutto, rimesso il tetto, e fanno la prima costatazione: il generatore è in cortocircuito. Per fortuna ce n’era ancor uno di riserva, nel container.




Stassera a Kimbulu rinasce la seconda euforia: riappare la luce.

E sono in guerra. Centinaia di migliaia di sfollati, profughi in casa propria. Aiuti internazionali, cibo, medicinali, miliardi per la ricostruzione …: fantascienza!






Questa la cronaca. I commenti facciamoli insieme.

Anche loro han bisogno di sentirci che siam vicini. Fa molto piacere, mi sembra giusto.

Per adesso mi hanno semplicemente scritto :“speriamo che non scivoli di nuovo il terreno”.

Stanchi ma contenti.

Ci tengono ad inviarci le foto. Sanno che ci fanno piacere, a voi ed a me.

Tutti abbiam bisogno di quei sorrisi, che ci fanno partecipare alle ansie, alle fatiche, alle soddisfazioni: alla vita in grande.

Per l’ennesima volta resto incantato.

Qualcuno dice “quando avranno i soldi e la tecnologia che abbiamo noi, saranno come noi”.

No! non lo credo proprio!

Passione che genera e mette in risalto la vita, risurrezione.


Gesti, che sono anche segnali, luci, mani tese...

Ve ne segnalo alcuni.

Almarosa, a Massa, coltiva e cura quei fiori vivi che sono le famiglie gemellate; a Modica, Gabriella-MariaGrazia-Concetta prendono la fiaccola che Lina, con fatica e fedeltà, ha tenuta viva fino ad oggi.

Anche per la strada che da Bingi porta a Muhanga non siam disposti a mollare: riproviamo coi magnati, perché i soldi richiesti son troppi, per noi. Ce la stiamo mettendo tutta, ci proviamo.

Qualche bella stella potrebbe nascere nella galassia universitaria, Catania – Butembo (sperando non crei buchi neri): Antonio, p.DiRosa, Salvaggio, Gabriella, Guillain ...forse qualcosa di originale sta nascendo.

Kimbulu può diventare una nuova Betlemme.




Ne parleremo con calma.


padiri G.



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