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Accoglienza… Pallone… Paura…

  • giuseppeaurea
  • 20 ago 2011
  • Tempo di lettura: 4 min

Martedi siamo rientrati da Kimbulu con gli ultimi ospiti appena arrivati da Roma : Marinella, Alessia e Valentina.

Si aggiungono ad Enrica, Lucia e Stefano di Massa, ed Egidio di Modica, che son qua da due settimane.


Accogliere gli amici che vengono dall’Italia é la grande novità, sempre novità ! che a Muhanga non può diventare abitudine, il già scontato… ; é come se fosse la prima volta. 

E davanti a tanta spontaneità, genuintà, vivacità dei bimbi soprattutto, non tutti, anzi ben pochi sanno nascondere le lacrime.

Bastan pochissimi minuti e subito fai parte della famiglia di Muhanga : sei adottato !

Tanta gioia ha fatto dimenticare subito la stanchezza ; lunghi kilometri di asfalto in Uganda, oltre 100 kilometri di buche e fango in Congo, ed infine, a 7 km dal traguardo, eccoti un camion pieno di assi messo di traverso sulla strada, con differenziale e ponte smontati, e l’autista che ci dorme accanto.  Improvvisiamo una bella camminata a piedi ; fango, pioggia e sacchii in spalla : splendido !

Aspettate, ci ritorneremo ; vogliam farvi partecipare meglio.



Marinella ha tutto un  programma sportivo, e per questo ha portato il necessario: palloni, maglie, scarpe, cartelloni, bandiere : un «campionato mondiale» in miniatura, ma serio.   E’ da parecchi giorni che i nostri giocatori, livellano, aggiustano preparano lo stadio in cima alla collina…

Anche questo ve lo illusteremo meglio.



Oggi, giovedì, abbiam fretta di farvi partecipare alla nostra mattinata,… e nottata.  Non vogliamo assolutamente farvi la cronaca drammatica, allarmante, fare protagonismo ; assolutamente no ! abbiam solo tanta voglia di sentirvi vicino, vogliamo farvi vedere, toccare, questa nostra gente, vogliamo sentirvi e farvi sentire qua : insieme e adesso.


Stanotte, verso le due, Mathias bussa alla nostra porta; un giovanotto é arrivato di corsa da Bunyatenge. « I soldati dell’esercito vengono ad attaccare; la gente di Bunyatenge é già scappata tutta, mamme, bambini, uomini… ».  Quasi subito in cortile appare un giovane, una mamma ed un bimbo col fagotto in spalle.

Cerchiamo di tranquilizzare, non c’é motivo di aver paura ; « se veramente vengono, vengono per i ribelli, e per i ruandesi non per noi, la popolazione ;….cerchiamo di non lasciarci prendere troppo dal panico…. »   Facile a dirsi !

Al sorger dell’alba il nostro cortiletto é diventato un campo-rifugiati, pieno zeppo : bambini, mamme, uomini…, ed una montagna di fagotti, materassi,  coperte, casseruole, galline, caprette, porcellini d’india…   




Il primo avviso arriva alle 6,30,  da Bunyatenge la collina vicina, una sparatoria senza fine : la musica che purtroppo ben conosciamo da oltre 10 anni.

Verso l’una del pomeriggio anche a Muhanga vediamo i soldati spuntare da tutti i sentieri ; in fila, silenziosi, passo rapido ma affaticato, superarmati.  Veniamo a sapere  che arrivano da  quattro punti diversi: Miriki, Mbwavinywa, Kitshumbiro e Bingi ; 13 ore di marcia, per alcuni.

Questa volta stanno calmi.

Da oggi saranno i nostri nuovi protettori : quanti ne abbiam già avuti in tutti questi anni ! tutti per liberarci, per proteggerci, per fare pace, per il bene della popolazione ; tutti che mangiano nel piatto delle famiglie nostre, prendono dai campi coltivati e spesso strappandolo di sotto le bocche dei bambini.

Padiri G.


Qui la voce girava già da qualche giorno. La popolazione locale l’abbiamo trovata allarmata al nostro arrivo, due giorni fa. Le elezioni politiche di ottobre si avvicinano e inevitabilmente iniziano a prendere corpo preparazione, precauzioni, fucili…, paure, voci, fatti.

La gente qui vive nella paura.

Noi siamo tranquilli, le informazioni arrivano, Padiri Giovanni conosce la gente, il territorio, e sa interpretare ogni movimento.

Io, questa notte, non riuscivo proprio a dormire : forse ho percepito qualcosa nell’aria, chissà, o forse era semplicemente la voglia di uscire a respirare, di non perdere più un altro istante chiusa in quella stanza, forse l’impatto emotivo fortissimo di questi giorni. Decido di alzarmi e mi preparo, con largo anticipo, a godermi lo spettacolo dell’alba.

Esco dalla mia stanza, notte fonda. Mi trovo davanti un giovanotto, allarmato…ha notizie.  Dopo pochi istanti P. Giovanni ci fa entrare.

« L’esercito regolare si sta dirigendo a Bunyatenge ».

Qui la paura spinge le persone fuori dalle case. Un tempo, anzi, era pratica frequente : le voci, vere o false che siano, finiscono per lasciare vuoti interi villaggi, ovviamente esposti, in questo modo, ai saccheggi.

Era da un pò che non accadeva.

Passano le ore che ci separano dall’alba.

Ormai sono quasi le 6.30 ed una forte raffica di spari proviene da Bunyatenge.

Con un gruppetto di gente ci isoliamo nell’oasi della Messa e poi usciamo fuori, chiedendoci che cosa troveremo : cosa ha messo in scena, questa volta, la paura.

La strada è piena di gente, bambini, animali ; in molti hanno lasciato in fretta le loro case prendendo tutto quello che potevano, materassi, vestiti, cibo. Invadono le strade.

Fagotti ovunque ; hanno riempito anche l’officinetta meccanica, la falegnameria, il dispensario ; tutto quel che vogliono salvare.

I ragazzi della Croce Rossa Internazionale, arrivati mercoledì, sarebbero dovuti partire ma restano qui.

Sono tranquilla e cammino tra la gente. Di fatto, la presenza di Padiri infonde una sicurezza profonda in tutti. Penso : chissà dove sarebbero finite tutte queste persone, altrimenti. Mi guardo intorno, cammino, sorrido a tutti.

Una relativa tranquillità si diffonde sotto i nostri occhi, prendendo il posto dell’ondata di paura di questa mattina.

I piccoli continuano a sorridere, tutti in fila per la colazione del mattino, la purezza negli occhi e lo splendore nel sorriso : inizia un nuovo giorno a Muhanga.

Capisco il valore della PRESENZA! « le presenze » che son qua ; certamente anche la nostra : la paura che si trasforma in Amicizia-Amore, Accoglienza e  Sorriso.

Valentina


Fuggire ! Avere paura è il sentimento che si impadronisce per primo dell’essere umano ma la pazienza e il coraggio di alcuni aiutano altri a combattere il male che oggi non ci fa vivere la nostra quotidianità sereni.

I Mai Mai, l’esercito regolare e la popolazione civile tutti insieme, se pur con mezzi diversi, per sopravvivere alla morsa della fame o alla non vita.

Marinella


Brutto risveglio questa mattina !  Il mormorio di voci provenienti dal cortile mi incuriosisce,ma appena sull’uscio il mio sguardo si posa su una folla di bambini,uomini e donne che con i loro fagotti hanno lasciato le capanne a Bunyatenge ed anche a Muhanga : l’esercito regolare si sta avvicinando ai villaggi.

Sono momenti di grande tensione per tutti.  Quello che mi colpisce particolarmente mentre osservo ciò che accade attorno a me nel corso della mattinata fino all’arrivo dei militari nelle prime ore del pomeriggio,è la presenza dolce,forte e rassicurante del padiri, che certamente aiuta tutta la folla qui radunata ad affrontare questa situazione,peraltro non nuova, con compostezza e grande dignità. I bambini,queste meravigliose creature,continuano a giocare con allegria sotto lo sguardo dei militari.Condividere questi momenti non facili con le famiglie locali ci porta a prendere coscienza della situazione in cui vivono e accresce il nostro amore e rispetto verso di loro.

Enrica



 
 
 

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