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Aspettando QUALCUNO

  • giuseppeaurea
  • 27 nov 2009
  • Tempo di lettura: 3 min

Passano i giorni e non mi decido a scrivere, perché non so dove cominciare.


Ancora una volta abbiate un po’ di comprensione.


Siamo rimasti due settimane “bloccati” a Kimbulu. L’insicurezza sulle nostre strade era più del solito: attacchi nei villaggi con case bruciate e morti, e gruppetti di “banditi” che aspettano chiunque passi…, naturalmente armati e in divisa militare.

Tutto questo, mentre la capitale Kinshasa proclama che “la pace è tornata” nel Kivu, e l’occidente protegge col più scandaloso silenzio del secolo “i programmi” del più forte. Il motivo lo conoscete anche voi: qui abbiamo uno dei più grandi depositi di coltan e ori vari…

La tensione si allentata ed eccoci a casa, da qualche giorno..


Capitano tante cose nel nostro quotidiano a Muhanga.  In questo nord Kivu che la comunità internazionale (Onu, Francia, Belgio, America…) ha buttato lì come un pallone in mezzo a Rwanda e Congo: dicendo ipocritamente e apertamente “giocatevelo!”; un pallone di coltan, oro, diamanti…

E’ strano! ma da questa finestra riesci a leggere con un chiarezza incredibile tutte le manipolazioni ed i meccanismi di una economia mondiale che certo non viene da Dio…, eppure fa ruotare il tutto.

Muhanga:

– gesti e momenti di vita semplice, a cui cerchi di partecipare come ad una liturgia;

– gesti e momenti …da ospedale: vita mutilata, handicappata, che fatica a tirar avanti…

Tutti e due questi gesti sono ben riassunti dalla piccola Kahindo che ho incontrata poco fa: su una zappa trasporta “il fuoco” dalla capanna di Paolina alla cucina di mamma sua, che deve preparare cena: …non possedere manco un fiammifero!


Kahindo


Comunque i soldati che abbiamo adesso son decisamente meglio.  Lo si vede da  un segnale inconfondibile: siamo nella stagione delle cavallette che si mangiano (una leccornia!), e la sera i bimbi, mentre le aspettano che scendano, cantano e giocano fuori casa anche fino a tardi…

Sulla grande strada, che unisce Butembo e Goma, invece è un po’ meno tranquillo: saccheggi e violenze continuano; anche lì ci sono i soldati, quelli “mescolati”, che avevamo prima qua, un’insalata russa…!, quelli che “giocano col pallone…”


Dall’Italia son rientrato con Silvia e Mariagrazia: ancor due bei frutti delle “falde del Kilimangiaro”. Sempre più belle queste visite-incontro…: dobbiamo farli diventare gesti forti, visibili e anche provocatori, verso chi si chiude in casa e vuole chiudere pure gli altri.

In Italia ho vissuto momenti caldi e forti; debbo ringraziarvi tutti e tanto. E non solo per l’indimenticabile “G 38” di Genova.

A Pinerolo: ho incontrato i numerosi gruppi che costruiscono “ponti” di fraternità, di fronte a chi costruisce trincee e ghetti: sbandieratelo di più questo bel messaggio !

A Modica: mi son sentito “africano”!  l’africano accolto! l’africano che diventa una occasione per stare insieme, e “formare famiglia”.

A Nichelino: la vivace serata voluta dalle due famiglie “extra”, e quel papà che esclama “è dal sessantotto che non sentivo più trattare certi argomenti…”.

A proposito: Mauro, sei appena tornato da Muhanga e ti trovi all’ospedale, in una pesante prova; lo sai, l’Africa ti tiene stretto per mano in questo cammino che ci auguriamo si risolva in fretta.

A Fossano, a Torre Pellice, Scarnafigi…:  per molti sono stato “l’extra”, piacevolmente invitato a cena, mi son sentito onorato: in tempi in cui, a Brescia ed altrove, non vogliono “un posto per loro”, come 2000 anni fa a Betlemme!



Dall’Italia ho portato l’antenna della radio: ricordate l’appello dei nostri giovani “una radio per l’africa”: tutti i pezzi sono arrivati, Fabrizio sei stato in gamba.


Muhindo


Genitori che zappano, che vendono due banane al mercatino, ragazzi che giocano al pallone…

Concetta s’è mostrata perfetta architetto. Antonella, potrai ingaggiarla per sistemare i locali dell’ASL di Toscana


Jeanine......


Il nostro ufficio e sala di formazione del dispensario – maternità – dentisti realizzato col contributo della Regione Toscana, che  la Dott.ssa Antonella ci ha portato….

Jeanine ed Esperance trasmettono agli altri….


Esperance


Ed ora aspettiamo gli ospiti di Natale: siamo pronti e contenti di accogliervi, come i pastori hanno fatto col bambino Gesù!    Elisa che vuol fermarsi qua un anno suscita già i commenti; il suo allenatore di pallavolo l’ha definita “pazza”, perché abbandona il pallone per l’africa.

Mi fa ricordare Donata che, anni fa, dopo mesi di africa ritornò perché doveva dare un esame all’ università. Si presentò al professore scusandosi: “non son molto preparata…”

– Perché?

– Sono stata a Lukanga, e non ho saputo studiare molto…

– Ah, eri in africa?  e perché sei tornata qua ?

– E beh…, dovevo dare questo esame.

– Ma tu, sei così sciocca che lasci l’africa, …. per un esame !?!?!

In un mercato dove tutto si vende ad un “prezzo fisso”, cioè fissato da qualcun altro, è necessario dire apertamente ciò che ha valore per me, ciò che è importante nella vita !

padiri Giò

 
 
 

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