CI HANNO ASPETTATO
- giuseppeaurea
- 11 ago 2014
- Tempo di lettura: 2 min

Sono rientrato a Muhanga con una bella compagnia: 7 amici che sono una buona rappresentanza del bel-paese. Marinella e Patrizia di Roma, Eleonora e Chiara di Modica–Sicilia, Antonella dalla Sardegna, Luisa da Brescia e Flavio da Pinerolo. Dopo qualche giorno ci hanno raggiunto Stefano e Letizia di Vigone-Piemonte.

Come prima tappa, Kimbulu. Maria ha organizzato; ha fatto venire le mamme di Lukanga e l’ha trasformato: Kimbulu ora non è più una semplice tappa di passaggio, per riposare un po’…; ma la porta aperta, prima accoglienza veramente africana per gli ospiti.

Noi sulla Toyota. Antonella, Eleonora, Chiara e Flavio han voluto provare l’ebrezza, issati lassù sul nostro camioncino, da avventure nel mondo.
Sulla strada della grande foresta, molti kilometri prima di casa, ci sono venuti incontro, Amani, Gloire, Cesarina, Lucy, Nostàl, Edvige…: bimbi staripanti di gioia che spuntavano qua e là tra gli alberi, come quei mazzetti di fiorellini rossi e gialli che riesci a vedere nell’oceano verde della foresta solo se hai la pazienza di avvicinarti delicatamente e non mostri fretta.

L’Africa ci ha aspettato. E ci tiene farcelo vedere.
L’Africa ti aspetta sempre. Anche quando tu ti dimentichi o preferisci altro; e a volte …non arrivi.

Marinella della Federazione calcio ha organizzato per la seconda volta un mini-campionato, con tanto di palloni, maglie e bandierine. Non so quanta gente abbia coinvolto, ma si vede che sono stati tantissimi, persino il capo della sicurezza aeroprto di Roma, per far passare senza troppi intralci una quindicina di valigioni e noi, ambasciatori di amicizia per l’Africa.

Pranzo-integratore per mille bambini. Un po’ di nutella come diversivo.
Passeggiate con un bimbo aggrappato ad ogni dito della mano, ed una processione al seguito.

Flavio passa la mattinata in dispensario. Antonella, Patrizia e Marinella si scervellano per trasmettere giochi e gingilli…occidentalini e universali, tutto con un solo scopo, vivere e far vivere la gioia. Eleonara regala sorrisi di qua e di là, a piccoli e grandi, nulla di tecnologico, ma diamanti vivi. Luisa scarabocchia e disegna, schizzi per i murales; vuol lasciare stampata sui muri la vita quatidiana di Muhanga…; Chiara, ancor indecisa a chi offrire assistenza tecnica. Stefano, mentre perfeziona con Safi le pagnotte di pane italoafricano, con Letizia non sa ancora scegliere il campo di azione ma è pienamente inserito in questo piccolo-immenso mondo.

Quella che prima era genericamente « africa » ora ha un volto ed un sorriso ben preciso e sincero. L’Africa è Nzoli, Grace, Maserò, Washingya…

Io credo che solo così può diventare valido ed efficace ogni altro intervento occidentale in Africa.
padiri G
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