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Mani e bocche comuni, … occhi che vedono

  • giuseppeaurea
  • 29 nov 2011
  • Tempo di lettura: 4 min

Muhanga: per qualcuno è anche un’occasione per pagare un pranzo a dei bimbi.

Non scheletri.

Ma bimbi che hanno fame.

E così ogni tanto qualcuno ci manda 300-400 dollari, con una preghiera: “Fate un pranzo coi bimbi”.

Questo pranzo a volte lo facciamo quando abbiamo degli ospiti con noi: perché vedano.

Alba ha visto, ed ha commentato.


Ognuno ha il suo spazio nel cortile.

Ci sono mani che ancora sanno cogliere senza strappare 

e bocche che sanno aspettare, per gustare tutti insieme il bugali,

senza l’ingordigia di avere subito la pancia piena.

Ci sono occhi che ancora sanno guardare e gioire per ciò che hanno e non solo vedere e desiderare ciò che non c’è.

Colori forti, emozioni calde nei dettagli dei loro piccoli gesti,

– di cura per i fratelli minori,

– di semplicità nel lavarsi le mani,

– di volontà nell’aiutare a portare sulla testa le assi per fare le panche.

Sono istanti, frammenti di impalpabile leggerezza che però rimane nell’aria,

talvolta difficili da cogliere per chi non è più così abituato al contatto umano. 

E’ un tempo in cui la misura si fa dividendo e non sommando

come siamo solti fare noi…

non c’è l’ aggressività del possesso

ma la magica sensazione che se non fosse così,

il pranzo, oggi, avrebbe un gusto diverso.

Ottocento? Forse di più, chi lo sa..

ottocento lezioni di vita che in silenzio sanno parlare al cuore

senza per forza urlare rabbia…

che mi hanno ricordato anche oggi, come può essere meglio camminare lentamente per godere della strada senza avere

l’ossessione della meta.

Oggi nel cortile di Muhanga c’era il fresco profumo dell’umanità,

un profumo da respirare a pieni polmoni

per poterne sentire e riconoscere l’odore a distanza,

nel nostro bel mondo disinfettato e  sicuro,

ma col tempo diventato troppo sterile alla vita ed alle sue sfumafure.

Pancia del mondo che ha ancora fame,

ma che non chiede cibo,

solo un po’ di attenzione.

Pancia del mondo che non si lamenta se è vuota

e sa ancora come si divide un dono.

Pancia del mondo, che parla di vita.                        (Alba)


Alba che è arrivata con Elisa e Beppe, assetata di Africa, starà con noi due mesi; disegna coi bimbi, va nell’orto, maneggia pentolini,

parla swahili con Nzoli, Safi, Leona e Chantal; ma specialmente cammina in punta di piedi… nella vita di Muhanga.


Elisa e Beppe sono già rientrati:

Elisa ritrovatasi come a casa sua, non riusciva a celare agitazione ed ansia: paura di perdersi anche una sola goccia d’Africa.

A Beppe, estremamente discreto, siam riusciti a strappargli un po’ di competenza tecnica, lui che è tutto per “la natura”, come Alba;

avevamo avvisato nella riunione di Tuungane, e così ci ha mandato  otto giovanotti, per un corso accelerato di tornio.


Muhanga è anche un microscopico vivaio: piccoli semi, semplici, diventan pianticelle…; ci piace mostrarli agli ospiti:

– L’olio mensile di Nichelino.

– I ragazzi , unici in tutto il territorio, che van gratis a scuola.

– Il buyi di masoso; un segno tanto discreto quanto brillante.  Una vera papetta mondiale.


Bellissima anche perché tutta l’Italia vi partecipa, passandosela di mano in mano: questo mese é Pinerolo che ce la manda, il mese

scorso era Carla di Aosta, prima era  Dario di Roma, M.Grazia da Modica, Gabriella da Siracusa, ed infine anche Mattia da Roma, al suo

3° compleanno.  E la lista non mostra di esaurirsi.

Questo sì che è un FMI.


Mi dispiace di non aver scritto tutti i nomi, ne risulterebbe una splendida ghirlanda.   Per fortuna che Qualcuno prende nota.

L’ultimo ritocco lo danno le nostre mamme, a turno, per la tostatura di mais e soja …supertecnologia.


Oggi votazioni, nel buio totale.  Dinamiche non sempre pulite, pilotate dall’alto.

Ma la gente ci crede; gente semplice che fa cinque ore di cammino tra pioggia, fango e si mette in code interminabili, per annunciare

speranza e fiducia nell’uomo, nonostante tutto.

Molti ci chiedono notizie.   Ma chi è in grado di darne ? 

E’ prevedibile tutto e nulla.    Vi diremo dopo.


Giovedì sera sono arrivate la cavallette: cioccolatini che il cielo ci manda !

Pioveva, non fortissimo, ma…bagnatissimo; non importa, bimbi ed adulti eran tutti lì fuori a raccogliere, sotto le luci: una gioia ed una

frenesia contagiosa. 

Quegli abitini,  trasparenti, strappati, inzuppati fino all’orlo….che non c’è .

Attese da tutto un anno: attesa che il cielo non delude;

al contrario di molte altre  attese. 

Per lo “scienziato” sono animaletti, che emigrano ed arrivan qua, sfiniti, dopo migliaia di kilometri. 

Per l’uomo ancora puro, sono la grande occasione: regalo: ricevuto, offerto, condiviso.

Più osservo questo fenomeno naturale e più resto incantato da come viene vissuto da questa nostra gente.


Venerdì le mamme son venute in cucina, con un barattolino, sorridenti: cavallette.

I bimbi mi corrono dietro contentissimi, mi allungano la manina: cavallette.

Ogni anziano nella capanna oggi riceverà un pacchettino: cavallette.

Tutti son pronti a passar la notte in piedi, e al mattino presto frugare fra le erbe, per trovarne ancora una o due: cavallette.

Occasione offerta a tutti: tutti possono sentirsi “qualcuno”.

Perché anche il bimbo più piccolo, anche la mamma più povera  potrà fare il suo regalo.

Senza umiliazione, senza sfoggio vano.

Così come ha ricevuto, così regala.  Senza condizioni, senza obblighi.


Che tristezza quando pensi, e vedi, cosa sa fare l’uomo, distaccato dalla natura:

– regalo che diventa merce, soldi, calcolo;

– scegliere un regalo diventa un’ossesione;

– ricevere il regalo, una delusione;  persino per bimbo sotto l’albero di natale….

Arrivan le cavallette e riscopri che cosa è un regalo .


Chiudo con l’immagine che Alba ha catturato:

anche in Africa

  -c’è chi aspetta il bel tempo

  – e chi… affronta la vita

con i mezzi che ha…

una bacinella, tutti INSIEME,

è meglio che tre…;

lasciando ciò che è di troppo.

Padiri G.

 
 
 

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