STANCHEZZA
- giuseppeaurea
- 16 feb 2009
- Tempo di lettura: 4 min
mi sembra bene passare quasi integrale questo “sfogo” di Gabriella e Concetta
è tutto vero, reale !
c’è anche un po’ di humour, …e non sta male
È passato già un mese da quando abbiamo lasciato Muhanga ed ora siamo proprio stanche; stanche ma non arrese. Vi sentiamo tutti molto vicini, grazie. Facciamo sempre base a Kimbulu. Abbiamo con noi un po’ delle nostre famiglie. Corriamo qua e là: bussiamo alle porte dei grandi Organismi, che hanno grandi mezzi, grandi soldi… In attesa che qualcuno si impietosisca e ci dica cosa dobbiamo fare. Tutti molto gentili ma niente di concreto. Da Muhanga, in foresta, le notizie che ci manda Mathias sono rassicuranti. Mercoledì 4 – a Butembo, riempiamo di viveri il nostro mitico camion rosso, per la nostra gente. Pazzesco! Mentre siamo al mercato suona il telefono: il Maggiore Amar, della Monuc, ci dice che sono disposti a scortarci fino a casa; il nostro morale sale alle stelle, forse qualcosa sta cambiando.
Giovedì 5 – I nostri autisti Abdon e Mbusa, sono in piena forma, partiamo!
Gabriella, Concetta e Fazila con le infermiere Françoise, Jannine e Clarisse; vengono con noi solo gli uomini; mamme e bimbi è meglio aspettino ancora.
A Mbingi cerchiamo Amar: l’ennesimo bidone! non possono scortarci; devono portare ad Alimbongo un mai-mai che si consegna: per un maimai, dico bene UNO ! …più di 5 auto !
Amar è disposto a venire sabato ma ha paura della strada di Muhanga.

Cerchiamo il responsabile CIRC, crocerossa internazionale: stanno distribuendo alla popolazione di Mbingi; forse possiamo commuovere loro. Come da immaginare c’è una miriade di persone, 7 camion carichi di merce ! La responsabile, una muzungu poco simpatica, poco educatamente ci dice che non può perdere tempo, e che quel cibo è solo per la gente di Mbingi. Loro conoscono bene Muhanga: pensa! ha addirittura incontrato Lafontaine! Meglio che ce ne andiamo da soli a Muhanga, a casa. Arriviamo! La poca gente che è rimasta esulta! quanto conta per loro anche la sola nostra presenza La situazione non è per niente bella: è drammatica! Tutte le case svuotate: coperte, casseruole, materassi, cibo, radiolina, macchina da cucire…. i bambini sembrano sempre più piccoli, Pierino è andato incontro a Concetta: quanta commozione in quel piccolo essere. gli adulti sono provati, stanchi, denutriti: Katembo, Ndotole sono invecchiati tutto di un colpo Mathias è distrutto! dopo due giorni dal nostro arrivo ha dormito per tutto il giorno… e certo non gli basta, vedendo ciò che ha fatto e che continua a fare; la nostra casa è fredda! Vuota di quel po’ di suppellettili che sono state chiuse nel container, ma non è solo questo…, è tutto triste !!!!

Venerdì 6 – mattino presto, iniziamo la distribuzione del cibo che abbiam potuto comprare a Butembo: un nome per famiglia, una fila infinita. Oltre 230 famiglie: ricevono un sapone, un po’ di sale, olio, piselli, fagioli e mais, il tutto basterà al massimo per due o tre giorni; in compenso sentiamo il calore della gente, sono felicissimi per il nostro arrivo … ma che tristezza ! … non ce n’é per tutti. In casa, si crea un’atmosfera d’amore bello, non siamo sole: i meccanici e i papà dormono e mangiano qua, la tavola è piena: siamo in 13 e riusciamo anche a ridere. Purtroppo, non possiamo rimanere a lungo. Sabato 7 – il villaggio s’è riempito di militari, le FARDC: 500… 1000 uomini? c’è un movimento strano: vengono da Fatua, pare abbiano combattuto contro le FDLR. Arriveranno ancora altri; il problema è che possano prendere il nostro camion oppure obbligare la gente a portare i loro bagagli a piedi. Meglio non muoversi; la MONUC ,… ci aspetti a Mbingi. I ragazzi si chiudono tutti in casa . Sms del Maggiore: “quando arriva il vostro camion?” Conce non resiste: lo chiama, è agitata, gli dice che la gente è in pericolo che la situazione non è per niente bella…. Lo sentiamo preoccupato: conosciamo la sua impotenza, prigioniero della gerarchia, non libero. Nel pomeriggio la barza si riempie di FARDC: colonnelli, maggiori, capitani…; ci rassicurano “state tranquilli, ci siamo noi e andrà tutto bene”. Sanno che abbiamo chiamato la MONUC, e che arriveranno…; si sentono punzecchiati. Sul tardi si sentono rumori: arrivano! due macchinette con due Maggiori della MONUC ed uno delle FARDC, un colosso ! Siamo felicissimi; un po’ meno Amar, preoccupato per la nostra incolumità. Ci comunica “domani rientriamo tutti insieme”. E la popolazione? Possibile che per due “bianche”, allarme e convoglio; e per un villaggio intero nessuna preoccupazione? Non vogliamo abusare, d’altronde il rientro era già nei nostri programmi. Ma ora che sono qua bisogna preparare da mangiare per noi, i nostri 10 ragazzi, 8 soldati e 3 ufficiali; preparare le stanze… Nel giro di mezz’ora la casa si trasforma in manicomio: uno dice “non c’è problema va benissimo una minestra”; e il maggiore Amar con aria da figlio-di-mamma si rivolge a Concetta “not, pizza?”; con quegli occhi come si può rifiutare? Mbusa fa la pizza per tutti… Gabriella prepara le stanze, Concetta si occupa delle pubbliche relazioni e Fazila? ormai ha raggiunto un livello di follia indescrivibile. Studia come fare la minestra, è in transh…; la tavola è già pronta ma la sua minestra è letteralmente cruda; Gabriella la porta in tavola, lei è incavolatissima, effettivamente è molto cruda. Noi non la mangiamo i tre ufficiali se ne fanno 4 piatti: complimenti su complimenti, e vogliono portarsene via un po’ i soldati,…vi plongiano dentro la pizza.

Domenica 8 – partenza ! Fazila vuole rimanere, “qui è il paradiso”; così in casa rimarranno lei con Katembo, Luisa, Janvier… Riprendiamo la strada: lasciare quella gente, vedere quei volti…. é struggente! per consolare noi e loro diciamo che andiamo cercare cibo e aiuti presso gli organismi due macchine della MONUC, con militari tutti attrezzati, noi con il nostro camion e la nostra sgangherata toyota La strada: tremenda, pioggia e fango, le loro macchine si impantanano ogni momento. Loro: scendono, guardano, controllano, diagnosticano…; ma i ragazzi nostri, scalzi, con le tute ridotte a strisce, son già lì che scavano, tirano, spingono… E loro? ancora lì : osservatori internazionali.
Lasciatemi descrivere. Ad una loro macchina si stacca il serbatoio; i nostri vogliono sistemarlo ma il Maggiore é categorico “No! Le macchine le possiamo toccare solo noi” Tutti fermi per un bel po’; ma in un attimo di distrazione mentre il loro meccanico esce da sotto la macchina, il nostro Kasereka si butta sotto e sistema tutto. La faccia del Maggiore è da vedere ! Ma non è finito: l’altro maggiore ha perso il “motorola”: tre soldati frugano nel fango con le mani, mentre lui dirige con un bastone… In un clima militarissimo interviene l’altro maggiore: “è una questione di sicurezza, se non si trova la radiolina non si parte!” Impossibile tradurre (per fortuna) i commenti dei nostri ragazzi. Gambaletto, seduto nel fango, inveisce. Salongo: “mettiamo le loro macchine da parte e noi andiamo avanti…” Abdon che non è neanche sceso dal camion, giocherella col clacson. Mbusa e Kasereka cercan di tradurre al traduttore. A Gabriella le vien troppo da ridere e sale in macchina: è interessante osservare un pugno di militari accanto ad un pugno di “uomini liberi”. Finalmente il maggiore viene alla nostra macchina: “si sta facendo tardi, voi proseguite…, noi vi raggiungeremo”. Passan pochi minuti, ed eccoli, …scelgono di stare col nostro convoglio.
Arriviamo a Kimbulu, tardi. Abdon ha condotto quella specie di camion come se fosse una mercedes. E Mbusa ? com’è fantastico quando è …a posto! la sgangherata toyota, dopo la manutenzione sua, è più che perfetta: passa dove gli altri s’impantanano. Figuratevi: i bei caschi blu che,nei posti più brutti, scendevano per vederlo passare, e applaudire.

Ora siamo di nuovo a Kimbulu: abbastanza confuse. Il nostro maggiore, con sms, continua a dirci come fare per avere aiuti, scriviamo e scriviamo…. ma sappiamo già le risposte! Mettiamo insieme i soldi che ci restano per comprare altro cibo, affittare un camion per trasportare quelli che sono ancora a Kimbulu: restano 70, tra donne e bambini. Cosa succederà? LUI non ci abbandona, e di questo siamo sicuri… Con voi. ——– ————- ———– ———— Lunedì 16. Ho telefonato a Concetta e Gabriella. Hanno partecipato nei giorni scorsi, a Beni, ad una riunione dei vari Unicef, Hcr, Ocha, Usaid….: un caotico mare di esperti, logo, schemi e burocrazie: risultato, non un cucchiaino di fagioli ! Muhanga non si trova sulla strada comoda e non appare sulla carta geografica… Per fortuna un organismo diretto dalla moglie del presidente Kabila, senza schemi e troppi “logo”, va subito a Kimbulu per vedere: capisce e offre 7 tonnellate di cibo. Le nostre due cercano in affitto un camion per stamane; un contrattempo lo farà arrivare a mezzogiorno… Caricheranno e domattina partono per Muhanga. Mathias da Muhanga mi dice che i soldati di Fardc stanno disotterranno la nostra condotta d’acqua che alimenta il villaggio; ne han bisogno loro ……
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