UNA FETTA DI PANE
- giuseppeaurea
- 6 set 2010
- Tempo di lettura: 3 min
Ho scattato oggi la foto per trasmettervi l’immagine, ma “il fatto” originale è della settimana scorsa; comunque è un gesto molto comune, qui a Muhanga.

Edvige, la sorellina di Cesarina, era davanti alla porta, l’ho fatta entrare e le ho dato una fetta di pane con sù un po’ di marmellata. Edvige é una vera rubacuori , ma da tre settimane si presenta ancora più tenera e dolce, la mamma Jeannette è andata al dispensario di Bingi, dove aspetta di partorire, ha già fatto 3 cesarei…; e le bimbe son qua senza la mamma.
Con quella fettina in mano, me la contemplo: uno spettacolo !
Col ditino tocca la marmellata e lecca; due, tre, quattro…, non so quante volte. Poi si fa coraggio strappa una minuscola briciola di pane, la mette in bocca, mastica, mangia. E continua, briciola dopo briciola. Quasi con venerazione guarda la fetta di pane, tanto piccola che le sta nella manina; poi gli occhietti si spostano su di me, vede che la sto osservando, anche se cerco di non darlo a vedere.
Passa più di mezz’ora e il pasto non è finito, le resta un pezzettino ancora in mano e se ne va fuori; non faccio fatica ad immaginare dove va e che cosa le passa in quella testolina: c’è il mondo in quel piccolo cervello: il mondo come Dio l’ha creato. Ed io son rimasto dentro, a continuare un’infinità di pensieri …
Tu che ti trovi su una sedia dell’università con davanti un fiorfiore di professore, che scrive un mucchio di libri, dove spiega a tutti che cosa è l’ uomo, …non so se hai avuto la fortuna che ho io, davanti ad Edvige !
Tenera, fragile, piccola–grande Edvige.

Edvige ha circa tre anni e sa molto bene che cosa è la fame; e quel mattino non aveva ancor toccato cibo.
Che strano !
E’ proprio chi ha, chi ha in abbondanza, che …si butta sul cibo, azzanna…, addirittura senza guardar in quanti si è a tavola…,
lo vedo persino qua,
lo faccio anch’io…
Piccola grande Edvige, che lezione ci dài.
Chi te l’ha insegnato che il cibo è un dono, che il cibo è sacro, che il cibo non si spreca, che il cibo è fatto anche per gli altri, …per tutti, anche per quelli che stan fuori?
Chi te lo ha insegnato che la voracità, il boccone grosso, non sazia ma dà nausea; non ti dà la gioia del sapore, ma ti provoca vomito ?
Chi te lo ha insegnato che gli avanzi che lasci nel piatto sono rubati a chi sta fuori ?
Piccola grande Edvige !
lascia che te lo dico, col cuore gonfio: Grazie !

Che ne è della nostra guerra?
– dei rifugiati ruandesi FDLR i grandi dicono una cosa sola “…bisogna eliminarli !”
– quantità enormi di coltan, oro, legname… ogni giorno escon di qua e vanno in Rwanda, Rwanda-Europa: saccheggio delle risorse del paese; finché dura la guerra, dura “l’esportazione”
– un rapporto ONU, già pronto, sul genocidio degli Hutu in Congo…, è stato bloccato in questi giorni: non uscirà, il governo di Kigali non vuole.
– dopodiché l’ occidente proclama il Rwanda come vero “modello” di sviluppo !!!!!!
– Sviluppo fatto con le ricchezze rubate nel Nord Kivu.
– Appoggio ad una sfacciata dittatura (elezioni col 93% di voci !)
– Un orrendo genocidio subito ( Tutsi) che diventa pretesto per organizzarne un altro (Hutu) immensamente più grande : l’uno sbandierato l’altro taciuto, nascosto.
– Il tutto apertamente sostenuto e pilotato dai Paesi occidentali; che quando gli farà comodo “abbatteranno il tremendo dittatore ed instaureranno la democrazia”.
da sinistra: colonel Safari, dei maimai Pareco capitain JeanPaul, ruandesi Fdlr major Graso, esercito Fardc

Intanto qua l’esercito Fardc, Maimai-Pareco e ruandesi Fdlr hanno fatto di Muhanga un punto dove incontrarsi, dialogare, invitare le autorità….: è un bel segno.
Ciò però non impedisce le “sbavature”: ieri abbiam trasportato d’urgenza a Bingi un ragazzo sedicenne, ferito da due militari, per rubargli una gallina; una gamba maciullata da pallottole; con un’enorme emorragia.

Ed eccoci con gli ultimi ospiti : Alessandro, Christian, Valentina e Giorgia…
Alessandro prepara pure lui un blog: ‘sti silenzi dobbiamo distruggerli !!!

Tra pochi giorni ci rivediamo in Italia.
Padiri G.
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