2010 – SEMPRE INSIEME
- giuseppeaurea
- 28 gen 2010
- Tempo di lettura: 3 min
Un mese fa, eravamo ancora con Elia, Morena e Marco…., e c’era ancora aria di Natale; festa della santa famiglia, immagine sacra, forse troppo incorniciata e indorata; un quadro che custodisce una grande realtà quotidiana: Maria e Giuseppe con Gesù: due sposini contenti e un bimbo.
Alla Messa di quel giorno siamo soliti invitare le famiglie a rinnovare tutti insieme l’ “impegno” fatto tanti anni fa: il matrimonio. E’ stato molto bello e carico di significato. Bello pure il commento di Bienvenu che ha detto tutto felice, “mi è piaciuto, perché quando mamma e papà si sono sposati io non c’ero…, ma adesso li ho proprio sentiti!”

E poi siamo andati tutti a Kimbulu: 3 gennaio.

I primi dentisti che sono stati preparati dai volontari di Asmo, Smile mission, oggi sono anche insegnanti, ed hanno già “formato” un terzo gruppo: 13 Assitenti e Odontotecnici.
Marco era qua, anche come segno che Smile Mission continua ad accompagnarci fedelmente. Hanno dato gli esami: e poi i diplomi, consegnati dal dott. Mundama, Medico Ispettore !
La “festa” non è riuscita proprio come volevamo…: l’ organizzazione non ha funzionato! Anche una bella collaborazione tra nord-sud resta pur sempre nelle mani di esseri “umani”; e l’uomo resta sempre uomo, debole, difettoso…, ti sorprende! e non basteranno certo le belle strutture, gli organigrammi, gli statuti… per sanare.
Ma il fatto resta ! ed anche molto grande ! Enorme !
– la tecnologia che passa nelle mani di Esperence e Jislène, ragazze e ragazzi nostri,
– è possibile “trasmettere”, in modo semplice e serio, anche le più gelose tecnologie
– una bella protesi ci sta anche nella bocca di Kavugho e Janvier; in piccoli villaggi di foresta, dove la gente è legata ad un fazzoletto di terra e ad alberi secolari, come liane senza… una vita propria
Non c’erano le TV; ma c’eravamo noi e voi.


Nduye !
Avremmo tanto voluto portare anche Morena, Elia, Marco; e a Nduye vi aspettavano tanto! E invece siamo andati solo noi, Elisa, Katembo, Nikolas, Jacques, Maria, Mbusa ed io.
Concetta è rientrata a Muhanga: ci sembra sempre così lungo stare lontani due settimane.
Henriette, Paskalina, Isaki, Mwenge, Ciril, David, il piccolo Elia, Gisella….. Abbracci, danze, canti. Che bello vedere i visetti di Quinn, Lella……… più rotondetti, addirittura ingrassati !!! c’era anche Maria di Mahulu, con la febbre.


Ci siamo seduti per lunghe ore sotto il sole e alberi, senza guardare orologi: a raccontare, gioie e pene. Vogliono sapere come stanno a Muhanga. Dicono che ormai coltivano e raccolgono con abbondanza, lì non ci sono soldati, siamo in Provincia Orientale, non è più Kivu: riso, olio di palma, fagioli…

A qualcuno piace ancora considerarli “immigrati”; i pigmei invece sono molto più liberi, li aiutano nei campi. Alphonsina é ricoverata in dispensario, sotto flebo: la malaria ! Non sono ancora abituati, e si ammalano sovente, e quando in casa viene preso uno, subito lo seguono in tre o quattro, e sono 30 – 40 dollari di medicine… E son già morti due bimbi.


Ci fanno ancora vedere le loro capanne, i loro cortili. Scrivono in fretta qualche lettera.
E noi siamo qui, stiracchiati tra due cuori.

Ripartiamo, ma torneremo presto. Organizzeremo un viaggio col camioncino, vogliamo portare loro un po’ di cavoli e patate che si trovano nel Kivu, ne han nostalgia. E porteremo in qua riso e olio.

Partiamo. Ma … Elia non si rassegna.

E la terra gira. Il sole continua a brillare. Ogni tanto la luna gli passa davanti, e c’è l’eclisse. Ognuno assiste, guarda, coi propri mezzi, secondo i propri interessi.
Guardiamo, usiamo strumenti, seguiamo interessi
…quelli che noi stessi possiamo scegliere, se vogliamo.
Padiri G.
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