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SCUOLA DI LETTURA e LUCE PER TUTTI

Siamo andati a Kanyabayonga per mettere in marcia la centralina idroelettrica. Stefano che ci teneva tanto non è venuto: piccoli disturbi interni… ma disturbi; ed allora è rimasta pure Silvana .

Ci aspettavano con una certa ansia, ed anche noi, curiosi di provare.

Tutto era pronto; giusto un controllo alla tensione delle cinghie ed alla pavimantazione del canale; e poi mercoledi pomeriggio l’acqua bloccata al di là della diga s’è vista aperta la porta e timorosamente ha fatto l’’ingresso nel canale.

Vedere quell’acqua che avanza fa sempre un certo effetto.

Gli spettatori non erano moltissimi, non erano stati avvisati; é sempre meglio esser prudenti nelle inaugurazioni:… e se poi non andasse troppo bene??

La torretta di dove l’acqua deve fare il salto, si riempì subito, ma ecco le prime sorprese: sprizzi d’acqua un po’ dappertutto: giunti, angoli di saldature, buchetti nel cemento dove l’intonaco non é ancora ben finalizzato. Beh, un po’ di delusione….

Con qualche telone abbiam rimediato, e poi …avanti con la grande valvola di apertura; le cinghie cigolano e poi si lanciano con un sibilo anche piacevole. Il voltmetro muove: 90 volts…130… 150…; la sirena che dovrebbe segnalare quando qualcosa non funziona (cioé quando la corrente si abbassa…), ci segnala invece che…funzionaaaa! c’é corrente ! ed infine le lampade si accendono.

Bisogna provarle certe emozioni …tecniche !

L’acqua che si trasforma in luce….

Checché ne pensino i francesi… gli italiani non sono male: specie Pacinotti col suo anello….

Programmiamo per domaini mattina .

Ora la gente di Kanyabayonga é stata avvisata. Arrivano a gruppetti con le moto, chi le ha…, per gli altri 8 km a piedi giù per la valle.

Noi arrivamo alle 8; i nostri giovanotti han già riparato tutto: qualche giro più serrato ai bulloni, qualche tocco di silicone…. Le gocce più teneci ora si contano sulle dita.

Ed allora avanti di nuovo: questa volta la vera inaugurazione.

C’é anche lo chef de cité, il mwami, un po’ tutti i rappresentanti, e molti degli accaniti giovanotti che hanno scavato il canale in passato; pure il comandante con la scorta, per la nostra sicurezza.

Lentamente e cerimoniosamente, Bayonga e Katsuva pompano sulla valvola di apertura: le cinghie s’incamminano, girano, si lanciano…; un leggero sibilo, un fischio, la sirena… ed infine le lampade ! con l’applauso, emozionante….

Mancavate ! …. Bruno, Alberto, Guido…Lino, Nino, Rinaldo… Nini, Marina, …tutti !

** Al ritorno ci siamo fermati lungo la strada per fare un picnic, in un bel boschetto ombreggiato.

A Kanyabayonga le mamme ci avevano offerto sei makayabo, pesci grigliati del lago Edoardo, una leccornia per noi sei, Lucia, d.Beppe, Ombeni, Abdon, Musafiri ed io! Con una fetta di pane e qualche uovo sodo.

Il luogo ci sembrava isolato, ed invece mentre mangiavamo ci siamo accorti che eravamo sotto gli occhi incuriositi d’un gruppetto di giovanotti che tagliavano legna. Un colpo di macete, una risatina e sguardi totalmente ignari della privacy, occidentale o giapponese che sia.

Quando si accorsero che avevamo finito, due di loro si avvicinarono: “…ci potete dare un po’ di quel che avete avanzato?”

“…mutupatie …muliosalia…”.

Una frase così, detta da due bei giovanotti muscolosi e robusti, mi suscitò dentro …una certa reazione non bella (da occidentalino !), anche se cercai di controllarmi. Una piccola battaglia di pensieri, dentro di me.

Dammi…! Magari, potevo pure dargliene, ma chiedermelo così… !!!

Eppure lo so molto bene che una frase od un gesto, qui in Africa può avere un significato lontano mille miglia dal significato che gli si dà a Pinerolo o a Berlino, e lo dico anche spesso agli ospiti che vengono.

Quei due non avevano fatto altro che un gesto di socialità profonda; più che la fame di pagnotta era sete di famigliarità, anzi era un’offerta di famigliarità.

Nel vangelo leggo qualcosa di simile: “ Dammi da bere…” disse una donna samaritana a Gesù.

“Se tu sapessi chi sono, saresti tu a chiedermi da bere…”

Quel che io interpretavo frettolosamente (ed ingiustamente) come una scortese richiesta di elemosina, poteva essere invece un’offerta di amicizia, sui bordi di una strada.

Continuando la nostra corsa di ritorno in macchina, per più di un’ora mi son tormentato nei miei pensieri, e facevo confronti.

Una richiesta di “briciole avanzate che cadono dalla tavola…dei padroni” , fatto ancora da una forestiera, un giorno sciolse anche il cuore di Gesù, che rispose con un miracolo.

In occidente forse abbiamo scritto il prezzo sulla fetta di salame, solo per non essere importunati a chiedere o a dover rispondere…, e poi ci lamentiamo che la gente non sa più comunicare.

Ricordo quand’ero piccolo e mi trovavo dai nonni; a capodanno bisognava essere svelti al mattino per essere il primo a chiedere agli zii “Hai iniziato bene l’anno?”. Il che significava “dammi 10 lire, o 20...”, la mancia! E gli zii vedevano in questo il più bel gesto che può venire dal nipotino.

Un giovanotto che interrompe il lavoro e viene a chiedere al forestiero di passaggio il pezzo di pane che gli avanza…

Se sapessimo anche noi ricuperare certi gesti !!! e certi significati.

M’é venuta una tentazione.

Sì, un po’ di scuola di lettura potrei mettermi a farla, dopo questi 45 anni. Chissà…!

Ne son tentato, anche se quasi tutti i miei confratelli me lo dicono chiaro e tondo, “c’é poco da fare..., ormai non capisci più nulla della nostra vita di qua!”

Scuola di lettura: non perchè so, ma perchè ho frequentato una meravigliosa scuola, e per 45 anni!

padiri G

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