top of page

REGOLE ...per vivere


REGOLE

L’arrivo di Concetta ed Antonella ha riaperto uno spiraglio, riattivato un venticello di vita su quest’isolotto; dopo la visita di Alessandro da Catania ed il mio rientro.

Una simpatica barchetta che approda, dopo una pausa che nessuno avrebbe voluto, ci fa molto piacere.

Comunque, non siamo più come agli inizi.

Muhanga si trova ad una tappa, ad una svolta.

Forse ci dispiace ma non ci fa stupire.

La storia ha i suoi percorsi, esattamente quelli che noi stessi tracciamo, né più né meno.

Non è male fermarsi un momentino, serenamente, davanti allo specchio.

Non per correggere le rughe, o sognare il passato, ma per darci una leggera scrollata e dirci “…allora, che facciamo?”

Tutti! noi qua e voi lì, che leggete

La storia non è una cosa da leggere sui libri, a scuola; è importante saperla leggere mentre la costruiamo, coscientemente.

Muhanga ha avuto, ed ha, un nome, un messaggio! l’abbiamo costruito insieme, cammin facendo.

Non è stato studiato o prefabbricato a tavolino (come si fa spesso, purtroppo!)

Ma vivendo, semplicemente ed intensamente, giorno per giorno. Ed è stato molto bello!

Ed ora, che cosa fare perché il messaggio, e la proposta, resti?

Ci sono esperienze di vita che han lasciato un segno, ma col cambiar dei giorni e dei luoghi non son più valide.

Nel cercare e vivere il “rapporto Europa – Africa” si son percorse molte strade:

dalle più barbare (schiavitù e colonialismo per dirne due),

alle più lodevoli (incontri, viaggi, condivisioni…).

Anche tra quelle “buone” molte non bastano più, addirittura, non sono più da percorrere.

Non mi sembra sia il nostro caso.

Anche i vostri pensieri mi piacerebbe scriverli qua.

Non avevo la macchina fotografica e quindi non posso trasmettervi quel che ho visto: una bimbetta, sui 4-5 anni, che dal nostro cortile scende verso il centro villaggio, mentre io rientro in casa; sono stato alla nuova cisterna dei 6 rubinetti, per alcuni ritocchi.

Sono le nove e mezza.

Tra le manine ha un piattino di latta; dentro, un pugno di riso ed alcuni fagioli ben cucinati, potrei contarli, non sono più di venti!

E’ felicissima e mi dice il perché:

“li porto alla mia mamma!”

…dovrei rimproverarla, seguendo le regole.

Lasciate che vi racconti tutto; questa è la cattedra che da decenni mi trasmette saggezza, ed io voglio condividerla.

Ogni immagine, ogni scena è una scuola.

Da tre anni la “tavola valdese” ci offre un contributo per nostri bimbi (6.000…10.000 dollari l’anno), serve per preparare una papetta tutte le mattine, per circa 1800 bambini.

Un servizio che facciamo da oltre 15 anni, con gli aiuti dei nostri fedeli amici, la maggior parte senza etichette.

In questo modo abbiamo bloccato il problema della denutrizione: con qualche kilo di farina di mais e soja.

Non andate a raccontare che abbiam risolto il problema; sarebbe troppo bello! abbiam semplicemente messo un tappo, col vostro contributo.

Ultimamente si è inserita la tavola valdese, con l’otto-per-mille ci offre un aiuto, senza doverlo richiedere con complicati questionari e senza spreco di tempo e mille papiers.

Quest’anno ci ha messo a disposizione 18.000 doll. Ed allora al venerdì, invece della sola papetta, abbiamo deciso di preparare un piccolo pasto di fagioli, riso e patate.

I bimbi più piccoli mangiano qua in cortile, gli scolari a scuola, addirittura sui banchi; per fortuna non abbiamo il controllo sanitario: se ci fosse avremmo più sterilizzazione, ma avremmo anche molto più kwashiorcor.

Antonella e Concetta vi illustrano il tutto con foto.

Ed ora veniamo alla bimbetta.

Nel cortile della missione stiamo attenti che i bimbi mangino qui; se portano il piattino a casa, vi ci mangerebbero anche il nonno, la zia, l’amico e la mamma.

Ecco perché abbiamo messo delle regole.

Ecco perché le regole, a volte ti chiedi se aiutano oppure soffocano, se vivificano o uccidono le cose belle.

Le società che stabiliscono regole, leggi su leggi, son veramente un passo più avanti delle società che coltivano e conservano il buon senso, il buon comportamento, la saggezza umana?

Star con l’uomo, creativo, un po’ disordinato, imprevedibile, è meglio che stare nell’ordine perfetto dell’alveare?

A Tuungane, abbiam scelto il motto: sviluppo per l’uomo e a misura d’uomo.

Ecco perché non avrei dovuto rimproverare quella bimba…

In questi giorni sono alle prese con alcuni progetti che Misereor è disposto a finanziarci:

  • vuole offrici altre microcentrali per i villaggi,

  • completare quella di Kanyabayonga, che non é tanto micro.

Ed ecco anche lì, regole su regole. Regole di economia, regole per una tecnologia perfetta, regole di burocrazia.

Abbiam conquistato l’attenzione di Misereor con le cose che si son fatte a Tuungane, proprio per stile e metodo…, più che regole.

Ed allora non so se accettare o rifiutare quel prezioso pacchetto di soldi.

Perché?

Perché la burocrazia (più che la tecnologia) e l’economia che questo “nord” s’è creata, le sue regole le impone anche in mezzo al Sahara, e noi non le riteniamo giusto .

Più cartacce, più computer, più soldi…: spese inutili e spreco.

- Prima, abbiam installato oltre cento turbinette usando la livella da muratori; ora ti danno i soldi per comprare il teodolite e devi disegnare topografie multicolori con le curve.

- Prima, su mezzo foglio descrivevi la situazione e i loro “esperti” completavano...; ora se non sono 20 fogli stampati al computer il progetto non è serio.

- Prima, bastava mezz’ora a tavolino; ora mi danno soldi per costruirmi il bureau ed ingaggiare 3 segretari diplomati…

Quel che una volta si rimproverava alla Fao, oggi lo fa l'Unicef e tanti altri: 25% per il progetto concreto e 75% per l’organizzazione.

Questo non è un aiuto pulito all’Africa!

Rapporto Europa-Africa: solo un po’ più di saggezza! quella che Salomone chiese a Dio.

Oggi Antonella rientra. Tempi sempre brevi ma intensi, anche per noi. Grazie.

Ve la rimandiamo intatta e sana, con l’aereo Ethiopian e senza l’ebola.

padiri G.

Ecco come la pensa lei, Antonella, per chi non lo sapesse, “dottoressa”:

…. alcuni pensieri su Ebola

Prima di partire avevo molta paura , e non è da me. Poi … già arrivando all' aeroporto, a Goma, controlli della febbre e lavaggio mani e così… lungo tutto il viaggio a Muhanga, all'entrata di ogni paese le persone in fila a farsi misurare la febbre e pulizia mani ...e la cosa mi ha molto tranquillizzato I più piccoli aspettano una mano, un dito…

Alla messa non ci si dà più il segno della pace..

in tutte le scuole ci sono le taniche xchè i bimbi si lavino le mani

per me sono segni che c'è la stanno mettendo tutta.

A Goma c’ era Gilba ad aspettarci, non mi sono trattenuta dall' abbracciarlo.

Il vaccino funziona e lo usano se c' è stato un rischio concreto di contagio.

Insomma mi sono molto tranquillizzata

… le persone con cui abbiamo parlato : Solange, Mbusa, suor Stefania dei comboniani, il vescovo…, hanno tutti parlato la stessa lingua: Ebola non è il problema di Butembu ma é stato usato strumentalmente a fini politici, per bloccare il voto popolare…. Antonella

Allora, non abbiate paura di Ebola e venite a Muhanga, le paure lasciamole ai nostri governanti che con le loro paure rendono la vita invivibile

....apriamo i porti, e i nostri cuori, costruiamo ponti , vivremo meglio e con più gioia. Un abbraccio dall' ultima tappa nel Kivu

69 visualizzazioni
Post in evidenza
Riprova tra un po'
Quando verranno pubblicati i post, li vedrai qui.
Post recenti
Archivio
Cerca per tag
Non ci sono ancora tag.
Seguici
  • Facebook Basic Square
  • Twitter Basic Square
  • Google+ Basic Square
bottom of page