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ancora INSIEME


Da bimbo, quando ci sedevamo a tavola, e qualcuno di noi tre allungava un po’ in fretta le manine, seguendo gli istinti primari, la mamma interveniva, con un colpetto sulla manina: “non tocca a te! non sei tu il primo!” .

I capricci finivano lì.

Così mi insegnò mia madre.

Quando andavamo dai nonni a Solere, su quel lungo tavolone con 12 piatti e più…, noi bimbi ci mettevano al fondo. Ed eravamo bimbi felicissimi ! anche se Freud era già nato.

E poi son andato a scuola, e poi sono stato in parrocchia, ho frequentato oratori, in due bei paesi, Savigliano e Saluzzo.

E poi, il seminario, e poi tutto il “prima-“ e “dopo-sessantotto”.

In tutto questo curriculum di educazione-stimoli-governi-vita…, nessun “prima gli italiani ! ” prima io !

Mia mamma mi faceva baciare il crocifisso (ma, non in piazza); a Solere recitavamo il rosario in latino, in ginocchio attorno al tavolo o nella stalla vicino alle mucche (fede e anche devozionismo).

Ma specialmente… il Vangelo me lo passavano in pillole dosate e serie, parabole-parole di Gesù.

Infine, nel lungo periodo della vita ho avuto tutto il tempo di leggere-accogliere il Vangelo, la Notizia buona.

“Buona” ! che non potrà mai conciliarsi con gli appelli a chiudere la porta in faccia a chi ha bisogno d’aiuto.

Ebbene…

Da nessuna parte non ho mai trovato, e non le trovo oggi, parole come queste: “tu sei il primo! sii il primo!” “prima gli italiani”!

Forse è anche per questo, che sto a Pinerolo e mi sento bene, sto a Modica e mi sento bene, vado in Brasile, vivo 50 anni in Africa e mi sento bene.

Nessuno mi mai ha chiuso la porta in faccia.

In questo nostro mondo, se lo vogliamo, funziona !

“Come va a Muhanga ?” E’ la grande domanda.

So che a molti interessa, e vorrebbero una risposta.

Con qualche foto vi faccio immaginare la vita di oggi laggiù: immaginate! e ...pensate!

Con qualche frase riepilogo quel che dovreste già aver sentito, sulla situazione generale.

Ci sono state le votazioni.

Prima e dopo si annunciavano catastrofi; ma nulla di fatto!

A Butembo e a Beni non s’è votato, dicendo ch’era per evitare il contagio di ebola; anche i bimbi delle scuole elementari videro che fu il trucco per chiuder la bocca a due città, all’opposizione.

A Muhanga la sicurezza ai seggi era garantita addirittura da un gruppo di ribelli, e funzionò benissimo.

I risultati ufficiali, furono una menzogna gigantesca.

Tra gli attori, che appaiono vincitori o perdenti, rigidi o tolleranti, pilotati dalla Francia o dagli Usa o dalla Cina, con fucili o senza fucili…, qui ci sarà sempre un posticino per il dialogo, l’ascolto e la tolleranza; ch’è molto diverso dalla diplomazia e dalle parate senza senso e senza contenuti.

Anche questa specie di caos mostra che l’Africa è diversa: risorse diverse, energie diverse e percorsi diversi:…tutti suoi!

In Africa, una macchina anche senza motore o senza benzina vedrai che alla fine …cammina.

L’Africa ha una marcia in più.

In molti lo vediamo, pochi lo ammettono, ma è così!

L’ebola. E’ una cosa seria.

Iniziata, e finalmente messa sotto controllo, nei dintorni di Beni, s’è trasferita poi a Butembo e dintorni.

I morti ci sono. Il contagio è vero.

L’intervento dell’OMS c’è; una enormità di soldi c’è! con tutto ciò che il dio-soldo si trascina dietro.

Chi grida “…all’untore!”, c’é.

Politica ed armi ci sono, anche attorno all' ebola!.

Non dimentichiamolo mai ! chi costruisce fucili e poi li deve vendere, il mercato se lo cercherà e se lo creerà, sempre!

Ma su questi terreni, la nostra gente ci vive, non ha alternative! Diceva bene Antonella che prima di partire un po’ di paura c’è, non si può nascondere, ce l’avevo anch’io, ma una volta arrivati, vivendoci in mezzo, cambia tutto.

La festa di Pasqua l’abbiam vissuta con semplicità; alla Messa sul prato, le testimonianze che la gente ha raccontato sono state molte, spontanee, numerose e concrete: “Lui è vivo in mezzo a noi! … tale e tal segno me lo conferma…”.

Abbiamo rinnovato e allargate le due cisterne di dove partono 8 + 3 fontane per attingere l’acqua nel villaggio.

Come sempre, le mamme, i giovani e gli anziani hanno scavato fossi e trasportato pietre.

Ce n’era bisogno; ma l’abbiam fatto anche per massaggiare muscoli ed energie, far vibrare il villaggio, non lasciarci paralizzare dai fucili e dalle paure.

Louange, sorella di Leona, s’è sposata; è stato un bel mattino di preghiera gioiosa, e poi quel pranzo che alla fine diventa aperto a tutti (… meravigliosi quei bimbi che puliscono tutte le casseruole! in questi villaggi i cassonetti e le discariche dobbiam ancora inventarli).

Qui in Italia ci siam ritrovati !!

Per noi, Muhanga è anche questo bellissimo legame che si è creato tra di noi, una ragnatela lungo tutta l'Italia: Modica, Catania, Massa e Carrara, Romena, Roma e Sezze, Riccione, Torino, Pinerolo,…

Anche questa è l’ Africa! anzi, questo é il mondo possibile !

Non possiamo lasciar spegnere nulla !!!!!!

Mentre da Muhanga ci mandano foto: la papetta del mattino, i loro sorrisi. Quanto ne abbiam bisogno qua !!

Baciatele quelle foto! pubblicatele!

Baci sinceri ! non come quello...

Mathias ha lo smart e ci tiene aggiornati, coltan che ritorna di dov’è partito. Ponti, ponti, …solo ponti !

Il canale della turbina ha bisogno di un grosso ritocco, l’acqua rosicchia, scava.

Con un po’ di soldini hanno racimolato qualche sacco di cemento; il sudore, le pietre e le …risate le mettono loro; e avanti col “salongo!”

“Quando riparti?

Questa domanda mi piace. Anche perché mi conferma che il legame con Muhanga è una realtà, non è virtuale ... non é folklore negoziabile. La nostra presenza là ormai fa parte di Muhanga.

Ci credo sempre di più: é il primo vero aiuto che possiamo dare all’Africa, tutti gli altri “aiuti” vengono solo come conseguenze. Pensare che una turbina o un pozzo può rappresentarmi è uno sbaglio.

E di sbagli non possiam più farne.

Sarebbe come metter frettolosamente la mamma in pensionato, e… le basta la mia foto sul tavolino.

A Muhanga, come a tutta l’Africa fa del bene il nostro “esseri lì, insieme”.

Tocca a noi cercare e trovare modi e tempi adattabili.

Sia che ci fermiamo un po’, sia che facciamo una visita di qualche settimana.

Mantenere insieme questo segno si può. Come abbiam fatto per molti anni.

“Quando riparti?

Non lo so. Voglio ripartire...: luglio, agosto…

Ma da solo non ce la faccio. 80 sono …80! é un hendicap!

E poi… in ottant’anni, non ho mai fatto nulla da solo.

Mi piacerebbe viaggiare in compagnia. Dopo un po’ tu rientri ed io resto, qualcuno rientra, altri arrivano e così via…, a nome di tutti noi.

Quel muoversi, quella brezza, quel dondolio, che dica a Katembo, a Marcelina, a Jakis, a Bayoli… una cosa sola e sempre più visibile: “noi ci siamo!”

Se qualcuno ha qualche idea o desiderio in merito, lo dica (piumgio@gmail.com), vediam di fare un calendarietto; per ottobre, novembre, dicembre… qualcuno c’è già.

E’ casa “…nostra !” Venite!

A Muhanga aspettano.

Non è facile! Ma che dici? …e certo!

padiri G

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