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AFRICA CHE UNISCE

  • giuseppeaurea
  • 22 ott 2010
  • Tempo di lettura: 2 min

Scusateci, abbiamo lasciato troppo silenzio. Ricuperiamo.

Concetta é appena rientrata a Muhanga; ha incontrato altri amici e famigliari e poi avanti, si riprende il cammino.

Silvia che l’ha accompagnata, come fanno molti di voi, sta “scoprendo” la bellezza di questa Africa; un’Africa eroica che sa conservarsi genuina in un clima sempre pesante e opprimente. 

Brava ! non perdere lo sguardo puro, anche se ti capita di vedere qualche maglietta sporca di fango.

La piccola comunità, Concetta, Elisa e Silvia, che è anche presenza italiana si ricompone.


Il sottoscritto: mi muovo per l’Italia.  Amici che mi accolgono, a Pinerolo, a Modica, a Sezze, a Nichelino…  Ed altri che mi aspettano.

Che bello aver per casa il mondo: tutto questo sa fare l’Africa.

Alla parrocchia di S.Giacomo di Torino, per la giornata missionaria vogliono sentire una voce diretta dell’Africa. A Modica l’Africa è invitata alle nozze d’oro di Sarina e Emanuele. E’ ancora l’Africa che battezza Marta a Sezze, Edoardo, all’oratorio di  Pinerolo: quel “pezzo di vita” di Dio, in un bimbo.

Africa che si intrufola nelle scuole passando per le vie più impensate: Lia, insegnante di ginnastica, fa sgranchire tutti i muscoli: con Paolo, neurologo,  passiamo dalla storia a Edwige, da Lumumba a Katembo, dal coltan alla papetta di Cesarina, Pierino, Mbambu….


Mostre fotografiche: Alessandro, Francesca, Giovanni, Emiliano che scuotono e provocano…   Hanno scritto :

“Abbiamo voluto dare un assaggio del Nord Kivu, facendo parlare le immagini.

L’osservatore attento riuscirà ad intravedere … le problematiche;… una società   con le proprie dinamiche e la propria dignità, dove il bisogno di aiuto e di comprensione si scontra con l’esportazione, non richiesta, di modelli camuffati di civiltà e di sviluppo”


Guido Cicero, che guizza tra le sue enormi fotografie, mi racconta:

“è venuta una scolaresca di ragazzi delle elementari: passavano da una sala all’altra commentando, vociferando…; ad un certo punto non ho più sentito nulla. Sono andato a vedere che cosa stava succedendo: davanti alla grande foto delle manine, si eran messi a pregare”. 

bimbi africani che sorridono, non piangono

mani aperte che salutano, non chiedono elemosina

parlano, in silenzio

Davanti ad una foto c’è che si meraviglia; c’é chi coglie l’arte, la sfumatura, il bianco-nero; chi si entusiasma per il “progetto” colorato.

Una manciata di bimbi italiani si ferma e subito nasce preghiera.

Padiri G

 
 
 

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