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CIBO: GIOIA DEGLI ANIMI

  • giuseppeaurea
  • 7 dic 2010
  • Tempo di lettura: 2 min

Preludio di un momento importante, per 800 bambini: oggi si mangi carne.


Mamme che corrono instancabili,

il cortile gremito di testoline e riccioli neri

pentoloni che fumano,

profumi: un’aria che odora di fame.


E’ festa!

occhi dei bimbi eccitati e felici, dappertutto,

ovunque ti giri, grappoli di bimbi,

cercano il posto per sedersi: e qui nessuno glielo nega

sacchettini di plastica, forati, da cui esce una pioggerellina che lava manine svelte,

guizzi di felicità.

una manina si avvicina al sacchetto; che voglia di schiacciarlo!                 no! non è un gioco…

lo si capisce dal viso serio dell’ometto che lo sorregge, a disposizione di tutti.



Arrivano i vassoi con patate, fagioli, bugali;

li mettono per terra, uno per grappolo :

un centinaio in tutto,

nessun tenta di toccare prima che tutti siano serviti: … che lezione !

Poi arriva  la carne; loro non la mangiano mai.

ognuno aspetta il suo turno, non uno che prevarica sull ‘altro


Un bimbo, forse ha quattro anni, è indaffarato a sistemare un mattone per far sedere il più  piccolo: è in difficoltà perché in mano ha un tozzo di patata;   sbuffa, ma alla fine ce la fa: é soddisfatto, si siede e si gusta il bel gesto e il buon cibo.

Un altro mi mostra la sua mano pulita, nessuna traccia del sughetto, ma la carne è ancora nell’altra mano; poi sposta il pezzo di carne e lecca l’altra mano; solo quando non ci sarà più gusto di sugo sarà ora della carne.

Due bimbetti fanno la gara a ripulire un ossicino che è bianco già e lucido, da tempo.

Un altro ancora scruta il sacchetto di plastica, quello dell’acqua per le mani, in cui ora c’è un pezzetto di carne da portare a casa; esita un istante.., poi infila la manina e la porta alla bocca: solo leccarla è già bello!


Cinque o sei anni son troppo pochi per sentire la responsabilità, eppure con le dita a forma di beccuccio intinge briciole di “bugali” nel sughetto ed imbecca il fratellino, da una ciotola che nel mondo ricco manco la dài ai cani. Il tutto confuso nella polvere.

Una bimba ha il pugno sinistro chiuso, è spaesata e timida, nella mano destra una patata sbocconcellata; tutti hanno ricevuto il loro pezzetto di carne, ma lei non ha sporto le manine; in una solidarietà universale si alzano gli altri, chiamano la ragazza che ha servito, … ma anche così è difficile farle aprire la manina; forse è troppo tutto questo per lei.


Il pranzo è quasi finito: i bimbi si alzano e cominciano a rimettere a posto le assi che han funzionato da panche.

Uno che non ha ancora terminato, si alza pure lui, ha una manina libera e la mette a disposizione…: l’asse si solleva e inizia a muoversi, si vedono solo manine sui bordi, le testoline stanno sotto; una corona di occhietti attenti, luccicanti, vispi, belli:   l’ inno di ringraziamento.

Lia

 
 
 

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