E’ BELLO, INSIEME
- giuseppeaurea
- 6 lug 2010
- Tempo di lettura: 5 min

Cinque in più. Sono arrivati Anna, Giorgio, Angela, Giuseppe ed Antonello.

E poi è arrivato il container.

Il tutto conferma che si può stare insieme, ed è molto bello! arrivando da varie parti dell’Italia e del mondo.
È possibile prendersi per mano, prendersi in carico l’un l’altro, aiutarsi con semplicità.
Ed è una faccenda che non dobbiam lasciar troppo in mano ai grandi; la possiamo gestire tutti noi, e forse anche molto meglio !
Grazie a voi tutti che avete messo mani e cuore e sudore in quel container. In poche ore abbiamo fatto uscire tutto quel che avete entrato ed ordinato in lunghissime ore di fatica, là alla Cava degli Olmi.
Grazie a nome di tutta l’Africa.
Ogni tanto da questa finestra rivedrete tutti quegli oggetti, macchinari, vestiti, utensili, palloni…, trasformati in vita africana.
Per adesso vi trasmettiamo rapidamente alcune immagini ed i commenti degli ospiti, con tutta la nostra gioia riconoscente.
La grande Africa ci ha accolti con la gioia che leggiamo negli occhi della gente che ogni giorno incontriamo.
Attraverso il sorriso dei bimbi che per strada ci danno la mano, sentiamo forte il vincolo di amicizia che ci unisce.
Quanti gesti di condivisione abbiamo avuto modo di vedere! Pur nella sua estrema povertà, questa gente sa ancora “donare” gratuitamente quello che ha.
Un esempio fra tutti: un uomo fa 2 ore e mezza di cammino in foresta, da un villaggio vicino, per portarci un pollo; ha sentito che alla missione sono arrivati gli ospiti dall’Italia.
Questo è il grande cuore dell’Africa! Questo è Vangelo vissuto! I giorni trascorsi fra questa gente ci aiutano a riscoprire valori che la nostra vita frenetica ci ha fatto dimenticare!
Anna

Ciao! Sono contenta di aver avuto l’occasione di passare da Muhanga…
Non è tanto monotono qui J : si passa dai fiori ai mitra…, dal bello al brutto…, dalla gioia alla paura.
Questa settimana è stata particolarmente movimentata, fra danze e fughe.
Ma qui la gente è forte e va avanti anche nelle difficoltà. Dovremmo prenderne il buon esempio anche tutti noi!
Angela

In questi giorni un po’ scherzosamente, un po’ seriamente qualcuno ripete la frase “Perché qui a Muhanga?”
Finora non avevo mai dato apertamente la mia risposta, lo faccio adesso almeno in parte, perché credo di non saper rispondere pienamente.
Sono venuto a Muhanga perché mia figlia Elisa è da sei mesi che é qui, e rimarrà altri sei mesi.
Sono venuto da padiri Giovanni perché trent’anni fa lui aveva proposto a me e ad Anna di venire a trovarlo.
Sono venuto a riabbracciare Elisa che ci ha invitati dove si sente a casa, per festeggiare i nostri trent’anni di matrimonio tra questa splendida gente.
Oggi è domenica e stamattina ho partecipato alla messa nella chiesa gremita di gente sorridente, gioiosa…; oggi qui è veramente FESTA. La messa è durata oltre due ore …
A Muhanga l’acqua non manca mai, come la terra e la polvere, manca l’asfalto! …ma non solo quello, eppure c’è tanto!!! Che mistero in questa parola: CULTURA!
E la nostra “cultura”? di noi “occidentalini”! …una stretta di mano non ci dà e non ci trasmette quasi più nulla, alle volte addirittura ci schifa! un abbraccio, un sorriso …, ci abbracciamo e ci baciamo quando dobbiamo fare un gesto di circostanza!
In questi giorni si è anche parlato di ATTESA. Ho provato a pensare alle attese di questa gente che vive in Africa, in questa Africa!
– L’attesa del bimbetto che aspetta che la mamma si scopra il capezzolo per nutrirlo.
– L’attesa del piccolo che aspetta il boccone di cibo dal fratellino o dalla sorellina o dalla sua mamma.
– L’attesa di due genitori che stanno per avere il loro nono figlio; o di quelli che aspettano che il loro bambino abbia quattro o sei anni per dargli una zappa o un macete in mano.
– L’attesa di tante donne al mulino per farsi macinare la loro manioca, raccolta, seccata, pestata, macinata …: donne che senza paura portano avanti la vita.
Di riflesso ho pensato ad alcune nostre “grandi” attese!
– Quella dell’ora di colazione, di pranzo e di cena, quella di poterci collegare ad Internet, quella che si riesca a trovare il momento di farci un riposino a metà giornata, l’attesa che l’acqua diventi fresca in frigorifero, che qualcuno ci prepari qualcosa da mangiare almeno per pranzo e per cena…
– O che alla sera ci sia qualcosa da guardare in TV; oppure, “oggi sono veramente stanco! Quasi quasi vado a dormire…buonanotte”.
Buona notte un cavolo!!!
Oggi il vangelo parlava di settantadue discepoli inviati in posti diversi per fare qualcosa per gli altri. Non mi sembra Gesù abbia detto “Vi mando ad ASPETTARE che qualcuno faccia qualcosa per voi!”
…e poi tra l’altro io questo vangelo letto in swahili non l’ho mica capito! L’ho letto stasera su Internet in italiano, diceva “…scuotete la polvere dai vostri piedi …se non vi accolgono!”.
Io non saprò interpretare queste parole ma sicuramente la “polvere” di Muhanga, un po’ di quella “polvere” che vedo sulla pelle della gente mi è entrata dentro e vorrei mi rimanesse “dentro” per sempre; come per sempre sentirò il calore delle loro mani, la forza del loro sorriso: gentilezza, ospitalità, gioia donata e trasmessa. Loro sì che mi hanno accolto !
Tornando a casa in Italia una cosa sono sicuro di “lasciare” qui in Africa: la bellezza di lavorare in mezzo a tanta gente che sicuramente, sinceramente, spontaneamente e meravigliosamente mi ha sorriso e mi ha detto “ciao Giorgio, habari? “ (come va?)
Aksanti…di cuore…veramente
giorgio

…è scioccante, leggere la gioia sui volti dei bambini, quando gli stessi vivono in un clima di guerra vera.
Andiamo a Bunyatenge e sulla strada incontriamo gente che fugge, si parla di soldati che verrebbero per scontrarsi coi maimai che son qua. Paura ! paura che confonde. I bambini che poco prima gioivano in mezzo agli altri e che di colpo diventan grandi, e trasportano con gli adulti il peso del terrore.
Antonello (CAS)

Ritorno in Congo, ritorno in Paradiso… Con le sue contraddizioni, i suoi suoni, i suoi colori brillanti dalle mille sfumature.
Ritorno nel Nord Kivu, il luogo dove il sorriso di Dio a volte si nasconde dietro le nuvole e alcuni uomini si vestono da bestie… Fucili e mitra rincorrono gente ricurva sotto pesanti fagotti, fardelli troppo ingombranti per gente che vorrebbe solo vivere nella gioia dei propri affetti. Per noi, spettatori nel tempo, l’illusione di una realtà che continua a nascondere il suo volto più bello.
Ritorno a Muhanga, scrigno prezioso per “ogni uomo semplice che ha nel cuore un sogno”…; per chi si addormenta al suono di canzoni che raccontano di “due coccodrilli e un orango tango”, di “un amico che mi ama, e il suo nome è Gesù”, di “fra Martino”, e “bella ciao”, di meravigliosi e dolcissimi canti in cui ritrovo la voce di Dio, speranza per un futuro migliore riflesso in quei bellissimi occhioni bianchi…
Giuseppe

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