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GOCCE DI VITA

  • giuseppeaurea
  • 7 mar 2011
  • Tempo di lettura: 3 min

Questo è un altro bel regalo dell’Africa :

riesci a fermarti, riesci ad osservare…,  guardi e assapori;

basta un piccolo soffio di vita e i tuoi passi si bloccano:


– un gesto di vita quatidiana

– un sole che tramonta,

– un’orchidea fiorita, lì davanti alla tettoia,

– un ananas lo gusti più che una cocacola….

– il canto di un uccellino, più che “sanremo”….

Qui diventa più facile leggere la vita, per tutti.

In Italia quasi non mi accorgo di un grattacielo,

a Muhanga una goccia di rugiada ti parla, ti dà sensazioni profonde.

Non una goccia nell’oceano; ma un oceano dentro una goccia.


Sembrerebbe che nulla si muova, ed invece:


Lunedì mattina con un bel gruppo di genitori siamo stati a spianare il terreno, per aggiungere una nuova aula delle scuole elementari: zappette  che trasmettevano vita e gioia…     Mani e zappe che si mescolano ed alla fine anche quell’enorme radice d’albero secolare è buttato là come un fuscello; mani callose di mamme e papà, zappe consumate fino al manico che grattano ed in poche ore le collinette spariscono, e ti regalano lo spazio per una cinquantina di scolaretti…


La collina dietro le scuole è ancor sempre occupata dai fucili di turno; ma ci sembra che il momento sia più propizio, “…se non adesso, quando?” : rimettiamo i nuovi pannelli solari, la pompa per l’acqua, ricontrolliamo i tubi, rimettiamo il cavo elettrico e i pali…

Hubert, Maghano, Bayoli, Ndaliko, Justin , Palù…  i nostri giovani elettricisti, meccanici, muratori; sono da ammirare: hanno sì e no la scuola elementare; supertecnici da 2… 3 euro al giorno, passano dalla zappa al telster, piantan fagioli e installano microcentrali.

Avere l’acqua che scende e passa nella fontanella, invece di fare 1 km d’un ripido pendio col bidoncino in testa, su e giù tutti i giorni …, non è cosa da poco!  Non lo troveranno scritto sui grossi tabelloni delle ONG ma potran raccontarlo con orgoglio e onestà ai loro figli.


Il camioncino rosso ha già fatto due viaggi da Kimbulu  –questa notte l’ ha passata nel fango della strada- con olio di palma, cemento, e quei bendetti sacchi di riso e fagioli, da distribuire a tutte le famiglie; proposta ed impegno di Nichelino; senza abbandonare l’idea di rimettere in piedi i panettieri…


Mario, le play-station passano, il forno resta.


Paola e Marco propongono un’inchiesta sui dentini in foresta.  Per i nostri scolari è la grande occasione: visita dai dentisti, schede, spazzolini;  utile, gioioso, e distraente… dai fucili.     Dovevate vederli con quale serietà rispondevano  alle domande del questionario preparato dai grandi esperti dell’OMS,  per tutti (?!) i bimbi del mondo; c’eran persino le battute divertenti: “quanti pasti fai al giorno?” , “quanti dolci mangi ?”.  Eh sì, c’è proprio da chiederselo, ma non qua !


Kavira e Tatiana sono rientrate dal Madagaskar.  Hanno lavorato per tre mesi come “formatrici”, hanno aiutato l’inizio d’un nuovo progetto di Smile Mission.

Il loro “stipendio” di trasferta lo han diviso al 50 % con chi è rimasto a Kimbulu e Lukanga.

Grazie, Verrando e Fabrizio.


L’altro giorno in cortile mi si è avvicinato Justin , “il fotografo”, ed ho fatto un’altra scoperta; ma chi sono questi nostri ragazzini ?!

Arriva l’Onu per ritirare qualche “ruandese” stanco – arrivano gli ospiti, adesso abbiamo con noi Enzo e Anna – arriva il camion – ti stai leggendo un libro – aggiusti la macchina – … e loro son lì, i ragazzini, sempre numerosi e sempre gioiosi: la diresti una cosa così, innocua.   Invece no: quelle manine che ti cercano, quegli occhi che ti osservano, commentano…: tu non lo sai, ma ti trovi nello studio dello psicologo!



Quasi non te ne accorgi, ma loro ti lasciano un messaggio.   Resta qui un solo giorno e questi “psicologi” possono farti capire chi sei, e che ci stai a fare  in questo mondo…   Per esempio, tutti questi nostri strumenti che usiamo, che ci piaccia o no, tutto sommato che cosa sono ?!   Passali nelle loro mani e alla fine convieni che forse sono proprio… solo quello !


Il fucile, ultimo modello: può diventare un bastoncino intarsiato; un casco blu internazionale lui te lo ricava da un sacchetto di plastica riciclato, e lo tiene in testa con la dignità di un colonnello; la Toyota é un gambo di banano; e l’apparecchio sofisticato del fotoreporter non è poi neppur così difficile farselo…

L’oggetto resta oggetto: utile, servizio, gioco, prestigio, orgoglio, idolo, violenza …: sei tu che lo decidi !

Bravi ‘sti ragazzini!  Grazie che me lo ricordate !


La ricordate Jeannette, con quella grossa protuberanza all’orecchio? Guardate ora com’è bella !   Grazie, Giuseppe, non tanto per i tuoi soldini, quanto per i tuoi occhi: tra centinaia di bimbi hai visto Jeannette.

Padiri G


 
 
 

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