I GROSSI MEZZI
- giuseppeaurea
- 22 ott 2013
- Tempo di lettura: 2 min
A Muhanga abbiamo un tornio, dei macchinari nella falegnameria, un microscopio nel dispensario, una toyota, …ed un bel po’ di altri aggeggi ; tutti molto utili per le attività del villaggio ; ma specialmente strumenti che esprimono solidarietà, amicizia, condivisione.
E’ per questo che ce li avete inviati. Principalmente per questo.
E c’è anche un grosso camion, un Astra ribaltabile. Non lo usiamo moltissimo, ed allora dicevamo spesso alle mamme di organizzarsi in piccoli gruppi : « Quando andate a far legna lontano ditecelo ! anzichè portarvela sulle spalle, col camion facciamo un bel carico che meriti e trasportiamo.
Non si sono mai lanciate.
Finalmente la settimana scorsa, non si sa come mai è scattato qualcosa.
Francine, Esperence, Iveta, Darlena e Daima vengono a dirmi che hanno tagliato un bel mucchio di legna a Njiapanda, a 5 km. Mi chiedono se possiamo andare a prenderla col camion.
E’ quel che abbiamo fatto.

Tutte le sere le vedo: mamme, ragazze e anche bambine che tornano a casa stracariche, sotto i fasci di legna…
Da anni le vedo! Fanno parte del quadro di ogni giorno.
Un rito fatto di passi e gesti semplici, ritmati, armonizzati, che tutti vedono.
Non ti stanchi di guardarle.
Provocano e sono esse stesse un’insieme di sentimenti e valori: con quel bimbo onnipresente che troneggia sul fascio di legna o come una campanella le dondola sotto il seno o che trotterella dietro di lei e non riesce a tenere il passo; incarnano la dignità, l’eleganza, la tenerezza, la fedeltà, e… l’enorme stanchezza che sta chiudendo la giornata della donna d’ Africa.

Oggi ho avuto modo di vedere-capire di più.
Abbiamo già fatto più di venti trasporti col camion.
Oggi vedo più chiaro, e sento che cos’è quella fatica.
Me la fanno capire, di riflesso:
– gli occhi di Francine che brillano come diamanti,
– l’ aksanti che sfiora la labbra di Esperence ed esce come un canto,
– il piglio deciso con cui Darlena afferra i suoi tronchi e se li porta a casa.
E tutti ridono. Contente, felicissime.
E’ proprio quella gioia grandissima che trasmettono anche a te, che ti fa capire meglio di tutto che cosa hai fatto, e da che peso grande le hai sollevate : per un mese.

Mamme che devon gestire la loro famigliola, ragazze quindicenni appena tornate da scuola, bambine di 7…8 anni che lasciano di giocare con le amichette ….
Con la guerra o senza la guerra, quando c’è il sole e quando piove, quando è stanca e quando è in forze, quando è giovane e quando è vecchia ; per tutta la vita.
Scoperte che l’Africa ti riserva ancora dopo decenni.
Non hai mai finito di conoscerla quest’Africa.
E non sono gli articoli delle riviste, e neppure i mille perchè che ti poni che te la fan conoscere.
Pensi di aver già visto tutto, pensi di aver capito tutto, pensi di saper spiegare agli altri chi è l’Africa, ed invece…
Senza vedere questi occhi, senza sentire queste voci stassera …non so…

Un camion che l’esercito italiano aveva messo in disuso, e che vende a poco prezzo e senza troppe complicazioni (bisogna dirlo) per interventi come i nostri.
Finalmente, socialmente utili.

Intanto sono arrivati Giorgio, Marinella e Beppe. Uno splendido trio.
Ma lasciamoli ben entrare nella pasta,
E ne riparliamo fra qualche giorno.
Padiri G.
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