Jodita e la centrale elettrica
- giuseppeaurea
- 26 feb 2016
- Tempo di lettura: 3 min

Non più di cento metri separano la grande sala che funge anche da chiesa e la nostra casetta Waibraimu. Scendo e risalgo i due pendii. Ho al fianco Jodita, la giovanissima mamma di Nostal e Julie, puro calore africano. Oltre alla presenza viva di Jodita mi godo il tempo e la serenità, prezioso regalo della vita che scorre a Muhanga. Da non dimenticare che Muhanga é un villaggio di foresta, terra nel Nord Kivu del Congo, terra di guerra, guerra che ogni tanto si assopisce ma subito si risveglia, e cerca di rovinare tutto.
Lei ha cinque bocca da sfamare, e quindi deve andare ai campi, anch’io ho qualcosetta che devo sbrigare; ma siamo calmi, padroni del nostro tempo.

Siccome l’altro giorno con Elia, siamo andati a Kanyabayonga, lei mi chiede
– Come stanno là ? i lavori per la turbina procedono bene ?
Vuole sapere, lei si interessa.
– Sì – le rispondo – la diga é solida, tiene bene nonostante le grandi piogge ; abbiam programmato la base che deve accogliere un bolide di turbina Ossberger di 12 tonnellate su una fossa profonda oltre 3 metri…
Tutti i macchinari sono stati acquistati e pagati (Misereor ci ha fatto un bel regalo !) e ieri i containers sono arrivati a Luserna, pronti per partire.
– Ora la gente deve terminare il canale : comprare altro cemento, trasportare pietre e sabbia sulla testa… Ancor molto lavoro, ma sono felici e con tanta speranza.
E lei pronta :
– … peccato che son troppo lontani, altrimenti potremmo andarli aiutare un po’…
Kanyabayonga é distante quasi 150 km. E la sua risposta non é tanto per dire qualcosa.
E Jodita sa molto bene che cosa significa trasportare sacchi di sabbia in testa.
Grande Africa !!

Guardate la foto : potrebbe essere un « consiglio comunale », o il direttivo d’una grande azienda… : é il gruppo dei responsabili dei vari servizi che funzionano a Muhanga.
Scuole, distribuzione acqua (acquedotto), elettricità (enel), cooperativa, ospedaletto, officina meccanica, falegnameria, strada che comunica con Bingi. Ognuno di questi servizi ha i suoi responsabili. Appunto ciò a cui pensa un consiglio municipale.
Ogni tanto qualcuno, in Italia ovviamente, me lo chiedeva :
– Ma, ci avete pensato… ? quando partirete (o morirete), avete preparato qualcuno che poi continui ?

Riguardate la foto.
Questo é per quanto riguarda le turbine, i mulini, dispensari, scuole, strade, campi…
Dalle piccole casse esce pure qualche dollaro di paga, ed uscirà ; ci saran i lavori comunitari e molto volontariato; e non macheranno gli amici che dall’Italia s’interesseranno, e saran felici di inviare qualche soldino, come partecipazione ; e nelle mani, nelle teste e nei cuori resteranno anche alcune astuzie, tecnologia, certamente passi più lunghi che l’occidente ha fatto: percorsi, metodi, più che soldi .
Qualcosa si perfezionerà, qualcosa si spegnerà, nel campo tecnico …qualche passo in avanti e qualche passo indietro. Molti nasceranno, altri moriranno.
E la vita continuerà. Questo é certo !

Ma per quel che riguarda le persone…, i wazungu ? La presenza di italiani.
L’orizzonte non è molto chiaro ed è difficile vedere oltre ; e fa tristezza.
Amici che vorran venire a vivere un mesetto forse ce ne saranno ancora, domani.
Fermarsi un pochino di più, alternarsi, in modo continuativo…
Scendendo la collinetta con Jodita, lei sentiva piacevolmente la mia presenza, come io sentivo la preziosità della sua presenza. Perché, la vita su questa terra, … se non é questo, cos’é ?
Per me é il punto. Per me é il problema numero uno.

Non per Muhanga, ma per tutta l’Africa. E principalmente per l’occidente, per l’Italia, per Pinerolo, Modica, Nichelino, Massa, Riccione, Roma, …
Se non é questo, che cosa é ?
Di questo, solo di questo, mi piacerà parlare in Italia, con voi.
padiri G.
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