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Leggere, dietro l’ immagine

Siamo invasi da un’infinità di immagini: tv e giornali ce le trasmettono, in diretta: la guerra in Ucraina.

Ricevo anche dall’Africa, ogni giorno.

Ecco un breve video, da cui ricavo la foto che condivido.

Me l’hanno mandata sul telefonino, in modo molto più discreto e umano, i nostri amici di Muhanga e Kimbulu. In diretta.

Quella foto mi ha bloccato.


In quegli occhi vedo tutto e tutti, e certamente li vedete anche voi:

- il diciottenne russo che sta sul carro-armato, congelato dal freddo, e non sa chi deve difendere e perché deve uccidere...

- il soldato ucraino che ha salutato la mamma, in partenza per mettere in salvo bimbi e anziani, e lui resta…

- La ragazza che veste l’uniforme e resta a difendere Kiev, accanto al fidanzato…

- Il diciasettenne (uno dei centomila) già pronto, costretto ad arruolarsi, chissà dove, per rimpiazzare i morti; in eserciti fatti di numeri, addobbati a festa, costruiti da qualcuno seduto in poltrona, o in parlamento, futuri eroi a cui si faranno monumenti "ignoti"….

E qui comincia il buio; come voi, faccio fatica a capire, e a cercare strade...

Non basta spegnere la tv.

E’ importante cercar di leggere le realtà nascoste dietro le immagini, per poi saper fare qualcosa.







Torniamo alla foto.

Un ragazzo sui 17-18 anni, forse anche meno: vittoriosamente catturato.

E’ stato preso pochi giorni fa, ha le mani legate ed il kalasnikof appeso al collo; gli han fatto confessare che è (e forse lo è realmente) un ribelle adf, ha partecipato ai massacri, ruandese.

So a memoria la sua storia; posso leggervi tutte le storie possibili.

Quel volto, pestato da pugni e schiaffi, e quegli occhi gonfi, per me non sono anonimi, pochi anni fa erano occhioni belli e dolci di un bimbo.


La guerra nel NordKivu (una delle guerre africane, nascoste: crudeli e vergognose come quella in Ucraina) la seguo ormai da oltre venti anni; non posso non sapere quel che nasconde e…trasmette.

Non posso sorvolare su quegli occhi. Mi costringo a fissarli.

Fatelo anche voi.

Ogni settimana, i ribelli adf sulle nostre strade e nei campi assalgono, massacrano, e poi… portano via i bambini.

Questo capitava ieri.

Oggi, si cattura un assassino: pugni e bastonate, per estorcere confessioni: chi sei, chi ti ha mandato?.

Questo giovane “assassino”, 5-6 anni fa, seduto accanto ad altri bimbi, aveva occhi belli e sorridenti; nei campi di addestramento, in foresta, quegli occhi per un po’ son rimasti com’erano, e poi sono diventati così….












Forse 5 o 6 anni fa gli ho fatto pure la foto: ragazzino di villaggio, sorridente e gioioso.

Ne ho incontrati molti tra i “nostri ribelli”, cha da oltre 20 anni convivono a Muhanga, con Katembo, Ombeni, Marcelina, Bayoli, Jodita…

Non tutti sono diventati così.

Ad alcuni, ve l’ho già detto, terminata la scuola gli basta setacciare qualche pagliuzza d’oro nei ruscelli, per poi comprarsi “il pranzo” di fagioli; altri vanno a Musiha, dove mamme e bimbi con rudimentali martelli polverizzano le pietre di coltan.

Coltan e oro che arriva pulitissimo anche a Pinerolo, Massa, Modica, Sezze, Nichelino…

Anni fa anche Mapendo, il figlio di Joseph Mwenge, a 9 anni partì di sua volontà; voleva provare i fucili…, se lo son scambiato tranquillamente sia i ribelli maimai , sia l’esercito apc; alla fine è ritornato a casa, ed ora lavora nei campi, testardo come un mulo; quel che ha fatto in quegli anni lo sa solo lui; non ne vuol parlare.



L’Africa non è l’Ucraina.

L’Ucraina, speriamo, cambierà presto.

Purtroppo, l’Africa no!

e sarebbe addirittura più fattibile.

Tutti lo sappiamo e lo vediamo.


Ecco ciò che mi tormenta: se vogliamo ritornare alla “normalità”, cioè al gas come prima, ai supermercati come prima, ai telefonini come prima, al benessere (nostro) come prima… questo volto tumefatto non sarà che la normale evoluzione dei nostri bambini, in Africa.







Tornare com’eravamo prima?

Economia mondiale, pil, finanze, mercati, soldi, armi…

Com’eravamo prima vuol dire preparare dinuovo quel che siamo adesso.

Qualche ritocco (chiamiamolo come ci piace) nell’economia mondiale, o banca mondiale, non è impossibile; siamo stati capaci di costruirla quest’economia, sarem pure capaci di ritoccarla.

Papa Francesco non si stanca di ripeterlo: occorre altro! Una svolta!







So che questi discorsi non piacciono a tutti, e dispiace anche a me farli.

Meglio tacere?

Chi è il Putin della guerra in Ucraina, lo conosciamo.

Ma sul Putin della guerra in Kivu e delle guerre in Africa, proprio non ne sappiamo nulla?

Ma dài !!!!...


Caffè e te dall’Africa, ananas e banane dall’Africa, coltan (telefoni) e cobalto (batterie) dall’Africa, legname dall’Africa, piantagioni in Africa…

Il tutto sterilizzato e celofanato, nei supermercati…

Chi paga?

Cinquant'anni fa: giornata missionaria una volta l’anno, stili di vita... Poi: progettino qua e ospedaletto là, aiutiamoli a casa loro, accoglienze a base di documenti notarili…

Papa Francesco parla di CAMBIAMENTO, e centellina le sillabe.

Possiamo riflettere un po’ di più, anche noi: sinodalmente.


padiri G.


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