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Pagliuzze d’oro….in foresta


Vi apro un spiraglio della “finestra”, sul quotidiano; il quotidiano di questi giorni.

Non è sempre facile.

E’ esattamente come questa nostra terra: vedi solo colline, erbe e alberi in disordine, campi appena sfiorati dalle zappe, non ancora convinte di quel che può venirne fuori… ; ma sai che sotto c’è coltan, oro, diamanti… Non è una metafora, sia ben chiaro!

Oppure, come i nostri giovani che vanno a scavare…; lo fanno abbastanza spesso per tirar fuori 3 o 4 dollari: e sì! per loro salta fuori solo quello. E’ un lavoro di lunghissime ore, faticosissime giornate: scavano e buttan via palate di terra, setacciano sabbia, e nella rozza casseruola tra acqua sporca e fanghiglia con occhi puntati ed attentissimi cercano e trovano la pagliuzza che brilla.

Io mi considero un piccolo scavatore, e qualche pagliuzza riesco sempre a vederla…

Se un giorno arrivassero i grandi mezzi che anche l’Italia sa usare, chissà cosa ne salterebbe fuori…

– Ieri c’è stato un matrimonio; da molti giorni il villaggio è in fermento, tamburi ogni sera, preparativi…; nche in foresta sono attesi questi momenti che rompono la monotonia.

– Lo sposo é di Muhanga e la sposa di Bingi. Si sono sposati alla Missione di Bingi ieri mattina, e poi si sono fatti gli infangatissimi 42 km a piedi per arrivare qua verso le 15; prima di entrare in villaggio la sposa s’è rimesso… l’abito bianco (ad alcuni piace molto); il resto immaginatelo…: poche centinaia di metri, fango e l’abito bianco…. ma loro sono contenti …felicissimi.

– E’ Gabriella che non si raccapezza più!!!!

– Andrea è ben inserito. Nonostante che il fulmine gli abbia bruciato un pezzo del computer, sa conservarsi sereno: voleva fare una cronaca dettagliata, in tempo reale..…

Per dare due calci al pallone, nessun problema.

Ma per le ore al dispensario…., a volte va in crisi: siamo al tipico accostamento di culture diverse; non solo diversi modi di toccare le piaghe, il dolore, il male…., ma diversi mezzi, diverse piaghe: sterilizzazioni, anticorpi, garze.

E’ sempre difficile per chi arriva dal mondo-nord rendersi conto che qui è diverso, siamo oltre 4 miliardi, i diversi! Diversi modi di pensare, diverse risorse, diverse reazioni, diversi valori….: vita diversa ! rendersi conto che l’altro è veramente ALTRO.

La settimana scorsa, con alcune mamme, ha pure provato che è possibile costruire una casa con manate di fango.

– Sono stati i bimbi della sera che ci hanno ricordato che ottobre è il mese mariano. E dopo una giornata senza grandi avventure i genitori si contendono questa grande fortuna: avere il rosario nella propria capanna!

L’altra sera siamo stati nella capanna di Vimbao; dopo una calma cantilena di Avemaria, colma di fede semplice, sotto le stelle e con qualche bimbo addormentato sulle ginocchia…, la moglie Florence ha trionfalmente uscito un casseruola di pannocchie bollite. Roba da fare invidia alla più…profumata pizzeria!

E poi, da mamma Kavugho, che ci ha fatti entrare nel suo “salone”, il salone del direttore di scuole: pulitissimo, tavolino e poltrone di legno a striscie…durissimo! con tante foto ben odinate sulla parete: un pettoruto deputato delle elezioni, un poster di propaganda per i vaccini e un altro che ti mostra come va fatto un WC secondo le regole dell’Unicef, un calendario del 2005, un’immagine della Madonna,…tutti lì a guardarci mentre recitiamo il rosario… Monsignori!… non sapete cose vi perdete!!!

E ieri, da Alexandrine, mamma degli otto maschietti… Gabriella, prima di iniziare, ha dato la notizia “Concetta arriva fra tre settimane!”, e lei con la sua eterna dolcezza “ninakufa lukando !!!!”, muoio di nostalgia! Ed una decina gliel’ha detta per Concetta.

– La casetta delle infermiere che cresce sotto gli occhi.

Tante minuscole pagliuzze luccicanti,

e …l’immancabile sabbiolina:

la tristezza di Gerlas senza i suoi Isaki e Maserò; il dispensario senza Henriette e Paskaline; gli eterni maimai; le nostre riunioni senza Mwenge, David; il nostro Kivu al centro delle chiaccherate al “consiglio di sicurezza ONU”; la strada dinuovo interrotta, impraticabile; sr Emmanuelle che muore, una voce per i dimenticati che si spegne…

La crisi economica….: robe dell’altro mondo.

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