PENSANDO, a voce alta
15 anni fa anch’io ho fatto un gesto che mi mette in crisi, ancor oggi.
A Muhanga eravamo già in guerra.
Ogni settimana arrivavano, sparavano, volevano “liberarci” e occupare la zona: non più di 10-12 ragazzotti armati,
alcuni della lunga colonna di gruppi-ribelli.
E tutti noi scappavamo; e poi ritornavamo.
Allora proposi due reazioni: “Decidiamo!
1-andiamocene tutti a Bingi, 40 km… ; oppure
2- resistiamo!
Nel villaggio potevamo organizzarci, almeno 40 uomini:
“quando sentiam che “…arrivano”,
noi uomini usciamo tutti insieme con il macete in mano;
non per ammazzare anche noi, ma almeno far vedere che…”
I nostri accettarono la seconda proposta.
I ragazzotti arrivarono!
Kapitula, già anziano e capo-villaggio, uscì dalla capanna subito per primo, con la sua lancia.
La prima pallottola fu per lui, nel ventre… e morì dissanguato.
Mi sento in colpa.
Son passati più di vent’anni. Le sparatorie e le tattiche sono cambiate, si alternano, e tutto continua,
I morti-uccisi civili, li vediamo tutte le settimane sulle strada nostre, mamme e bimbi, a stillicidio;
domenica scorsa 20 uccisi nei campi, nei pressi di Mutwanga.
Ormai sono già migliaia e migliaia.
100.000…200.000 rifugiati: ogni giorno scappano e abbandonano la loro capanna.
Come in Ucraina.
In questi giorni anch’io seguo la televisione,
e ad ogni scena che vedo mi viene spontaneo accostare le foto che mi arrivano da Muhanga, Butembo, Beni…
Faccio bene? Faccio male? …a fare questi paragoni.
Certo che c’è differenza:
QUA: missili e cannoni LA’ : kalasnikof e macete
QUA: TV e spettacolo LA’ : silenzio e copertura
QUA: da 5 giorni LA’ : da oltre 20 anni
QUA: noi LA’ : loro
uccisi QUA uccisi LA’
rifugiati QUA rifugiati LA’
famiglie QUA famiglie LA’
Perché, “spettacolo” qua e silenzio là?
Perché, 5 giorni qua sono …infiniti, e gli anni là …non contano?
Siamo un po’ tutti disorientati, anche nei pensieri.
Non è facile trovare risposte univoche in tali situazioni.
Condivido volentieri due righe scritte ieri su un articolo:
fornire armi oggi, non è lavorare per la pace, ma lavorare per la guerra.
Disturbare, ricordare, riflettere… fa star male, è vero! come fan male i missili ed i macete.
Agli ukraini fa tanto piacere sentire che ci siamo, e allunghiamo le braccia per accoglierli e ci muoviamo.
Là e qua c’è chi crede nell’efficacia di una preghiera. E noi, preghiamo anche.
Fa piacere anche a Muhanga.
padiri G.