Semplicemente … V I V E R E.

Salgo sulla collinetta dietro il dispensario per telefonare, Bienvenu e Nzoli mi seguono e mi accompagnano.

Lassù troviamo Benoit, il bimbo di Esperence e Ndaliko, silenzioso, impegnato, che sta strappando lunghi fili di erbe per i suoi porcellini d’India; manine piccole ed ancor troppo teneri da bimbo di 6 anni, ma già efficienti.

Anche una semplice telefonata a mia sorella diventa così una bella camminata in collina ed un simpatico avvenimento comunitario, vissuto insieme: preziose perle di vita.

Termino la mia telefonata, e lì accanto mi vedo un bel mucchio di erba pronto.    Bienvenu non ha perso tempo, ha subito capito la sproporzione tra lavoro e lavoratore ed è intervenuto; ed ora si prende in spalla l’erba, lui il fascio più grande e Benoit il più piccolo, e discendiamo nel centro del villaggio: qui la vita sbuca e si manifesta ad ogni angolino.

Sono le cinque del pomeriggio, tempo prezioso, pieno di gesti semplici ed intensi, in ogni capanna e nel villaggio. Mbambu trasporta il bidoncino d’acqua della sorgente, Paulina sta tagliando la legna davanti alla capanna, Julì custodisce il fratellino sulla schiena, Valeria prepara la casseruola da metter sul fuoco, Amani sale dal mulino con un cesto di farina di manioka, e Benoit… pensa ai porcellini d’India.

Ognuno ha un ruolo ben preciso, dai 4-5 anni in sù.  Tutti!

Che cosa c’è di più semplice ? così semplice che ti viene di dire … insignificante.

Per me ormai si tratta di uno spettacolo ordinario, normale.

Ma poi, penso…

E’ proprio per queste cose che tanti amici vogliono venire a Muhanga.

E’ proprio per queste cose che molti desiderano tornare una terza, una quarta, …una quindicesima volta, dentro un piccolo villaggio d’Africa.

E’ proprio per queste cose che Graziella, Gabriella, Françoise, Elisa, Andrea, Angela… scelgono di fermarsi tre mesi, sei mesi…un anno.

Non per prolungare una vacanza.

Non per occupare tempo vuoto: quasi tutti hanno lasciato un lavoro.

Vogliono un modo di vivere piuttosto che un altro.

Solo questo !

Con ovvie rinunce, è chiaro!  Ma anche gustando frutti genuini.

Le trovano meglio che ….

Si spendono milioni di soldi e di energie per vedere se è possibile una vita su Marte, su Giove, nello spazio…

Penso che tutti questi nostri viaggi, esperienze, legami sono anche un modo per dire che: con molto meno sforzo, una vita “diversa” …è possibile, proprio su questa terra.   Vita piacevole, valida, cercata.  

Il che vuol dire:

– Camminare sui sentieri che l’Africa sta percorrendo,  

con fatica e speranza,

scegliendo ciò che l’occidente offre

senza perdere i valori che la fan vivere.

– Ma anche camminare in occidente …imparando dalla gente d’Africa

E’ bella pure la varietà dei gesti:

Alberto, pensionato non rassegnato.

Per lui il nostro prato con fiori diventa un orto-riserva; ed allora passa le mattinate a sarchiare, eliminare i pezzetti di plastica, togliere i ramoscelli inutili (anche a scapito di qualche frutto esotico, non riconosciuto a tempo); anche lui, simbolo!

Antonella è al suo quinto viaggio, ambasciatrice della Toscana: un pezzo serio d’Italia che cerca e mantiene legami veri col terzo mondo, che non sian solo fiore all’occhiello o targhe da folklore all’entrata in paese.

Concetta è rientrata.

Molti di voi hanno visto la nostra gente, quando rientriamo. Che  valore ha questo segno: dei wazungu, degli italiani che amano stare qua.

“Ognuno resti a casa sua !”.       Parole che svolazzano oggi !

Noi le lasciamo in bocca agli antropologi, ai botanici, a politici da cadreghino, agli…egoisti.

Non è un’ambasciata che fa “presenza” in una nazione e stabilisce rapporti veri, come non è un pugno di dollari che ricostruisce giustizia.

  Padiri  G