SI SEMINA
- giuseppeaurea
- 14 mar 2015
- Tempo di lettura: 2 min
Ieri mattina scendevo dalla nostra collinetta e risalivo la collinetta del dispensario, dove c’é sempre un bel gruppo, mamme con bimbi, in attesa di una pastiglia, di un’iniezione…, e non sono solo piccoli bubù.
Questa camminata é un gesto che vivo come parte del mio quotidiano, che non ha nulla di simile alle corse mattutine vostre, pilotati da quell’orologio che da strumento ed oggetto decorativo si è trasformato in catena.

Mentre scendo vedo là sulla strada una giovane mamma con un fagottino in testa, più avanti la precede un giovanotto con l’indispensabile macete in mano. Lei mi ha visto e si é fermata, evidentemente vuol dirmi qualcosa, qualcosa di bello perché sorride.
– Habari gani, munaenda mu pori ? Come và, andate al campo ? le chiedo.
– Ndiyo, tunaenda kupanda mihindi tuliyopata. Sì, vado a seminare il granoturco che abbiam ricevuto; e mi offre un bellissimo sorriso: si vede che è felice, soddisfatta. Il fagottino che ha in testa contiene qualche ettogrammo di sementi, un piccola parte dei 10 kg che ha ricevuto da CICR, la crocerossa internazionale; pochi ettogrammi di semi, ha paura di consumare troppo in fretta quel tesoro.

Una semplice immagine che però mi fa nascere tanti pensieri:
– preoccupazioni, sogni, speranze d’una ragazza poco più che ventenne, appena due giorni dopo la giornata mondiale delle donne,
– in mezzo a molte sofferenze e fatiche sa puntare sul positivo,
– é felice perché si accontenta dell’essenziale,
– decrescita felice….

Al dispenario in questi giorni abbiamo tanti bambini ricoverati; la maggior parte sono delle famiglie che si sono rifugiate a Muhanga, i gruppi ribelli cheka, che ancora circolano nei dintorni, rubano e saccheggiano, e son qua a pochi kilometri. Bimbi sfiniti, con diarree e vomiti, e non possono neppure godersi una capanna propria, allo sbando; certo c’entra l’igiene… ; ma che fare ? l’ho già detto, in casa di Prosperina e Adrien sono in 30 ! una sola cucina, un solo gabinetto…tutto in comune.
Che pena ! quei tubicini nel naso, quei cerotti incollati su visini che si stanno appena aprendo alla vita, quegli occhietti che implorano …

Val la spesa rileggere qualche riga della poesia di Lia :
Neri occhi profondi d’Africa
Sospeso un velo di malinconia
Meri occhi vellutati
Confusi nel verde
Occhi ridenti di polvere e sudore
Occhi fieri dignitosi
Rassegnazione costretta
Occhi silenziosi…

Questa mattina ne parlavamo con Marcelina, Prosperina, Jeannette, Luisa…
Loro sono decise, andran dal comandante delle Fardc perché glielo dicano a quei ribelli (sappiamo che tra loro si parlano): non siano così violenti, li lascino riotrnare in pace nei campi e nelle proprie capanne….

Abbiamo avvisato Msf, medici senza frontiere, sulla situazione di questi bimbi ammalati, erano in zona e sono arrivati ieri; un insieme di circostanze favorevoli. Qualche consiglio utile; loro sono esperti nelle problematiche che i campi-rifugiati creano, e Muhanga é anche un campo-rifugiati. Ieri hanno curato gratuitamente tutta la mattinata, un bel segno. Ma domani ripartono, e il quotidiano resta.
Vi assicuro, non é tutto così facile.
padiri G.
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