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TOKEI’

  • giuseppeaurea
  • 23 nov 2008
  • Tempo di lettura: 2 min

tokei1

Ieri pomeriggio ero nella cappella, vicina al salone.

I miei occhi passano dal kikapo, dove c’é l’Eucarestia, alla porta: davanti c’è un albero, e lì appoggiato, Tokeì.

Mi lascio distrarre.    Lo faccio entrare e gli dico di andarmi prendere l’apparecchio foto, in casa.  Fazila non si sente di darglielo in mano, e me lo porta lei; ma lui la segue trotterellando; non gli si è data molta fiducia, ma a lui non importa: è contento per la missione compiuta.

Si siede accanto e gli faccio due foto.  Eccovelo.

Non penso che Gesù ne sia disturbato, tanto meno geloso…

Tokeì è un piccolo mistero, per me.

Per esempio, gli altri ragazzini giocano al pallone giù sulla strada; ma lui resta lì appoggiato, da circa mezz’ora, in silenzio.  Sa che sono in cappella e ogni tanto butta gli occhi su di me. 

Come ora che scrivo è qua, seduto, tranquillo; accanto a me.

C’è Gerlas, allegro.  C’è Gloria, seria. C’è Eric, furbo. C’è Pierino, imprevedibile. C’è Clarisse, una poesia. C’è Cesarina, rubacuori. C’è Lidia,…te la mangeresti in un solo boccone.

Tutti sono un romanzo….

Ma Tokeì: un mistero!

Magrolino, rannicchiato, magliettina leggera e bucherellata, timido, silenzioso, sguardo triste e sorridente…     Ha fame, ha freddo, è un po’ triste…., lo si vede.

Mi sta accanto, lo si vede.

Il più delle volte vicino, ma in disparte. 

Non ci tiene di essere visto: ci tiene di esserci.

Tutti i giorni lui è lì…, nelle ore più impensate, lui è lì… 

Mi è accanto.  

Questo è evidente.  E’ questo che vuole.

Ogni tanto gli dico di andar fuori con gli altri bimbi…; lui esce, qua dietro, sotto la tettoia, oppure davanti a casa…; ma non sempre si mette a giocare; più spesso resta appoggiato al muro, o si siede per terra sul marciapiede; dopo un po’ rientra…, esce di nuovo.

Per lunghissime ore.

Lo guardo, lo osservo, e me lo chiedo: ma che fa ?  che vuole ?

Aspetta  che gli dia qualcosa? un pezzetto di pane… ???

Son sicuro che no; anche se gli fa piacere, …e ne ha bisogno.

Aspetta che lo saluti? Aspetta che gli regali uno sguardo?

Forse neppure; ma mi fa un timido sorriso, quando lo faccio.

Lui è lì.  Io son qua.

E’ presente !  Mi fa sentire che è lì.

Me lo sussurra delicatamente ?  Me lo grida con forza ?

Non saprei dirlo.

* Tokeì è l’Africa.

E’ lì !   Che te ne accorga o no, è lì !!!

Pensi di conoscerla; si lascia leggere, lo vuole !  ma resta un mistero.

Lo senti che le piace sentirti accanto.

E’ semplice, trasparente, disponibile,…

è per questo che in tanti  si permettono di farne quel che vogliono, anche calpestarla impunemente ?

* E Tokeì sono pure io.  

E’ cosi che ci sentiamo oggi.    E ci basta.

Siam venuti in Africa motivati, entusiasti, spavaldi…

pensavamo di dare all’Africa chissà che cosa, addirittura pensavamo di salvarla.

Oggi siam qua: 

piccoli Tokeì.


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